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L’Irpinia del vino punta a un brand forte e chiama a raccolta gli esperti del settore

27 giugno 2022 | 10.42
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L’incontro ad Avellino il 29 giugno. La presidente del Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia Bruno: “ Serve un’identificazione tra denominazioni e territorio. Gli stranieri non sanno dov’è l’Irpinia”.

L’Irpinia del vino punta a un brand forte e chiama a raccolta gli esperti del settore

Serve un brand Irpinia e serve che sia forte. Dalla Campania del vino si alza forte la richiesta di un marchio che possa far conoscere al meglio le tre Docg della regione, Taurasi, Fiano di Avellino, Greco di Tufo, nonché il resto della compagine delle etichette della provincia di Avellino costituita da diverse Doc.

Per questo il Consorzio di Tutela Vini d’Irpinia ha organizzato per il prossimo 29 giugno presso la Regia Scuola Enologica “De Sanctis” di Avellino un incontro di respiro internazionale per fare il punto sul presente e sul futuro dell’Irpinia del vino. L’appuntamento “Come costruire un marchio territoriale: creiamo il Brand Irpinia” vedrà coinvolti Teresa Bruno, presidente del Consorzio irpino, Gianfranco Sorrentino, proprietario di uno dei più noti ristoranti italiani di New York, “Il Gattopardo”, nonché Presidente del Gruppo Italiano (associazione che riunisce stakeholders di grido in tutti gli Stati Uniti), Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International e Matteo Ascheri, presidente del Consorzio Tutela del Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Dogliani. La parola poi passerà alla Regione Campania, rappresentata da Mariella Passari, Direttore Generale dell’Assessorato delle Politiche Agricole, e alla Provincia di Avellino con il presidente Rino Buonopane.

Per l’occasione saranno consegnati due riconoscimenti per omaggiare chi quotidianamente da anni si adopera in maniera concreta per il territorio: il primo, “Orgoglio Contadino”, nasce con l’obiettivo di valorizzare questa figura fondamentale e che sarà assegnato ad un agricoltore che si è distinto lavorando con impegno per portare il proprio contributo alla crescita del territorio; il secondo “Premio Consorzio Vini d’Irpinia”, sarà consegnato ad una istituzione o ad un soggetto che ha contribuito alla notorietà territorio.

Per capire quali sono le esigenze del brand Irpinia e quali i suoi obiettivi per il futuro abbiamo sentito la neo-eletta presidente Teresa Bruno, in carica do poco più di un mese e lei stessa produttrice con l’azienda Petilia: “Il lavoro da fare è grande ma lo è anche la nostra ambizione - spiega la viticoltrice - da un’indagine commissionata dal consorzio si evince che non c’è una collocazione geografica dei nostri vini. All’estero conoscono le denominazioni più note - soprattutto grazie ai brand aziendali più forti - ma non sanno dove è l’Irpinia. Ecco a cosa devono lavorare i 600 soci - e altri ne arriveranno entro luglio - a una discesa in campo di tutti per aumentare l’identità delle denominazioni”. Da qui l’idea di un evento come quello del 29 giugno dove gli ospiti avranno il compito di “insegnare” all’Irpinia del vino i modi per rendersi riconoscibile sui mercati internazionali: “Si parte dal Taurasi con lo slogan “THE KING OF SOUTHERN ITALY” - continua Bruno - ma è solo per avere un claim facilmente memorizzabile, poi toccherà tra settembre e dicembre anche al Fiano e al Greco. Ci porremo in ascolto per capire di quali strategie e di quali strumenti abbiamo bisogno. Da irpina e da agricoltore dico che è tutto il territorio che deve sentirsi parte di questo lavoro, non solo il settore del vino, anche gli abitanti devono far parte di questo processo migliorando l’offerta turistica - ristorazione, alberghi, agriturismi - che è ancora approssimativa. E poi va comunicata un’idea di Irpinia diversa da quella che è circolata finora. Noi siamo rudi e raffinati, sensibili ma forti. Il nostro è un territorio ancora salubre e questo piace a un certo tipo di turismo che cerca luoghi sì “scapigliati” ma che offrono anche comodità”. Ecco perché tra le varie proposte avanzate dalla neo-presidente c’è quella di mettere a disposizione dei soci un’aula didattica dove possano avvicendarsi docenti di ogni settore: “Ne ho parlato con l’istituto enologico di Avellino a cui è piaciuta l’idea: ci saranno lezioni sulle regolamentazioni correnti, aggiornamenti in campo agricolo, come sull’etichettatura, sull’uso dei legni e sulla potatura, ma anche lezioni di marketing e comunicazione. Insomma dobbiamo educarci all’informazione”.

Adnkronos - Vendemmie

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