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L'israeliano Pappé racconta quanto avvenuto nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania

07 settembre 2022 | 18.45
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'La Prigione più grande del mondo. Storia dei Territori Occupati' è appena uscito per Fazi Editore

La prima critica radicale di uno storico israeliano, Pappé, a quanto avvenuto nei Territori Occupati.
La prima critica radicale di uno storico israeliano, Pappé, a quanto avvenuto nei Territori Occupati.

Dopo l'acclamata indagine sulla pulizia etnica della Palestina, avvenuta negli anni Quaranta del secolo scorso, lo storico israeliano Ilan Pappé rivolge ora la sua attenzione all’annessione e all’occupazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, esponendo così coraggiosamente la prima critica radicale alle vicende che hanno visto nascere i Territori Occupati palestinesi. Frutto di anni di ricerche, questo nuovo lavoro rappresenta l’analisi più completa finora sulla genesi dei Territori Occupati e sulla vita quotidiana all’interno di essi. "La prigione più grande del mondo. Storia dei Territori Occupati" è infatti appena uscito per Fazi Editore, nella collana 'Le terre' e con la traduzione di Michele Zurlo.

Pappé analizza la questione da molteplici punti di vista: attraverso l’analisi di materiali d’archivio recentemente declassificati, ricostruisce sotto una luce nuova le motivazioni e le strategie dei generali e dei politici israeliani – e lo stesso processo decisionale – che hanno gettato le basi dell’occupazione della Palestina. Rivolgendo poi lo sguardo alle infrastrutture legali e burocratiche e ai meccanismi di sicurezza messi in atto dagli occupanti, rivela il modo in cui Israele è riuscito a imporre il suo controllo a oltre un milione di palestinesi.

"Alla fine del sesto giorno di guerra nel giugno 1967, lo Stato d’Israele si estendeva su un’area tre volte maggiore rispetto alle sue dimensioni originali e un altro milione di palestinesi era andato ad aggiungersi ai 300.000 che già vi risiedevano fin dal 1948". Così racconta la guerra dei sei giorni Ilan Pappé. "Questa cifra corrispondeva all’incirca al numero di palestinesi espulsi da Israele nel 1948. Con il passare degli anni quel milione è raddoppiato, triplicato e ha continuato a crescere fino a raggiungere, sommato ai palestinesi dentro Israele, quasi cinque milioni all’inizio del XXI secolo. Accanto a essi, in oltre cinquant’anni di colonizzazione, mezzo milione di coloni ebrei si è insediato in vaste aree dei Territori Occupati, e anche mentre scrivo questi ultimi continuano ad affluire e a invadere lo spazio limitato concesso ai palestinesi".

Dalla guerra dei sei giorni a oggi, un racconto documentato dei fatti

Attraverso i documenti delle Ong che lavorano sul campo e i resoconti di testimoni oculari, Pappé denuncia gli effetti brutali dell’occupazione: dall’abuso sistematico dei diritti umani e civili ai blocchi stradali, dagli arresti di massa alle perquisizioni domiciliari, dal trasferimento forzato degli abitanti autoctoni per far spazio ai coloni al famigerato muro che sta rapidamente trasformando anche la stessa Cisgiordania in una prigione a cielo aperto.

Un saggio che è un ritratto incisivo e commovente della quotidianità nei Territori Occupati e un accorato appello al mondo perché non chiuda gli occhi di fronte ai crimini contro l’umanità a cui è soggetta da più di settant’anni la popolazione originaria della Palestina.

Ilan Pappe è professore di Storia all’Istituto di studi arabi e islamici presso il College of Social Sciences and International Studies e direttore del Centro europeo per gli studi sulla Palestina presso l’Università di Exeter, nonché autore di oltre una dozzina di libri, tra cui il bestseller "La pulizia etnica della Palestina", tradotto in 15 lingue. Fazi Editore ha pubblicato nel 2015 "Palestina e Israele: che fare?", scritto insieme al linguista Noam Chomsky. (di Rossella Guadagnini)

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