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Ambiente: l'Italia delle foreste, le 10 proposte di Legambiente

30 ottobre 2019 | 11.52
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(Fotolia)
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In Italia più di un terzo della superficie nazionale è ricoperta dai boschi. Seppur in crescita, oggi questi cuori verdi nazionali sono sempre più vulnerabili e fragili anche per via degli impatti dei cambiamenti climatici e degli eventi estremi.

Da qui parte la sfida e e le tre principali proposte che Legambiente lancia oggi a Roma nel corso del Secondo Forum nazionale sulla gestione forestale sostenibile: definire una coraggiosa ed efficace strategia forestale nazionale che metta al centro la definizione di piani di adattamento ai cambiamenti climatici a medio-lungo termine e interventi incisivi di mitigazione. Ma per far ciò è importante anche puntare su una gestione e una pianificazione forestale sempre più sostenibile e responsabile.

L’associazione ambientalista ha presentato oggi un pacchetto di dieci proposte, oltre a quelle già citate, che vanno proprio in questa direzione: incrementare la biodiversità forestale aumentando, ad esempio, i boschi vetusti, hot spot di biodiversità forestale; ridurre i rischi naturali per le foreste attraverso una pianificazione forestale che comprenda l’analisi di previsione del rischio; creare foreste urbane per rigenerare le città e combattere il cambiamento climatico; promuovere la certificazione forestale; puntare su un cluster del legno Made in Italy; aumentare l’utilizzo del legno nei processi produttivi in sostituzione di altri materiali. Infine è utile un uso a cascata dei prodotti forestali ai fini energetici.

"Con questo secondo Forum nazionale - dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente - vogliamo contribuire a migliorare la conoscenza del nostro patrimonio forestale e aumentare la consapevolezza che una buona gestione di questa importante infrastruttura verde può incidere in maniera significativa sulla qualità della nostra vita e rendere più sostenibile l’economia. Il Green New Deal italiano non può prescindere dalla bioeconomia delle foreste, ma servono un nuovo progetto condiviso tra i soggetti pubblici, e tra questi ed i privati, e adeguate risorse economiche che garantiscano una adeguata strategia per la tutela della biodiversità. E in questa partita è importante anche investire sul verde urbano ripensando le città in una chiave sempre più ecosostenibile".

"Negli ultimi 50 anni nel nostro Paese sono mancate adeguate strategie per frenare lo spopolamento delle aree interne e montane, si sono perse economie basate sulle filiere boschive locali, è mancata una strategia forestale nazionale finalizzata a migliorare il paesaggio e la qualità del bosco per garantire una più efficace protezione del suolo, di tutela del territorio e di politiche efficaci per ridurre gli effetti del riscaldamento globale - spiega Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente - Ed è da qui che occorre ripartire, anche grazie all’impulso che può dare al settore la nuova Direzione generale delle foreste del Mipaaf e l’applicazione sostenibile del Testo unico sulle filiere forestali approvato lo scorso anno".

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