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L'Italia digitale sogno possibile, costa 1,51 mld ma ci sono 1,65 mld di fondi Ue

26 novembre 2015 | 13.02
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(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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Rendere l'Italia un paese digitale è un sogno possibile perchè, se è vero che costa alla Pubblica amministrazione un investimento da 1,51 miliardi di euro al 2020, ma per finanziare l'innovazione digitale nazionale ci sono a disposizione 1,65 miliardi di fondi strutturali europei. A patto che "migliori la capacità dell’Italia di raccogliere e utilizzare" queste risorse. Il quadro è emerso dalla ricerca dell'Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, presentata a Roma nella seconda giornata del New Digital Government Summit, nel corso del brain storming "Agenda Digitale: niente più alibi". "Finanziare l'Agenda Digitale italiana oggi è possibile e sono disponibili le risorse dei fondi strutturali, per accedervi è però necessario sviluppare competenze avanzate di ingegneria finanziaria e passare dalla logica di finanziamento mono-prodotto alla 'blended funding' per attingere a più risorse" ha spiegato Alessandro Perego, responsabile scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

Nell'analisi di dettaglio del Polimi per finanziare l'Agenda Digitale italiana, i 10,6 miliardi di euro di investimenti della Pa previsti dall'attuazione dell'Agenda Digitale italiana, potrebbero essere sostenuti con 1,65 miliardi di euro l'anno di risorse europee, (complessivamente 11,5 miliardi di euro dal 2014 al 2020, sommando i contributi dei fondi a gestione diretta e indiretta). Il 77% delle risorse europee a disposizione dell’Italia per attuare l’Agenda Digitale, pari a 1,27 miliardi di euro l’anno, spiega il report del Polimi, è allocata su fondi strutturali ed utilizzabile solo dopo l’approvazione di programmi operativi. Inoltre, prosegue l'analisi, 60 dei 74 programmi presentati dall’Italia sono stati approvati tra il 2014 e il 2015, 14 non sono ancora stati approvati a due anni dall’inizio del periodo di gestione 2014-2020; 2,7 miliardi di euro saranno specificatamente disponibili dal 2014 al 2020 per l’attuazione dell’Agenda Digitale, a cui corrisponde uno specifico Obiettivo Tematico dei programmi di coesione europei.

Queste risorse, evidenzia ancora la ricerca, sono allocate su Fse e Fesr, da cui si possono recuperare altri 5,8 miliardi di euro includendo investimenti in digitale nei programmi operativi scritti con riferimento ad altri obiettivi tematici. Altri 372 milioni di euro dovrebbero arrivare dal Feasr. E grazie a fondi europei a gestione diretta, come i fondi del programma europeo Horizon 2020, dal 2014 al 2020, continua ancora l'analisi, saranno disponibili per l’attuazione dell’Agenda Digitale 2,6 miliardi di euro, pari a 376 milioni di euro l’anno. Nella valutazione, si ipotizza poi che imprese e Pa italiane riescano ad aggiudicarsi l’8,5% delle risorse disponibili, anche se è cresciuta la competizione per ottenerle.

Intanto, il programma dell'Agenda digitale italiana "ha compiuto buoni passi avanti" ma "ora bisogna passare all'attuazione" perchè, hanno rilevato gli analisti del Polimi, manca "un deciso salto di qualità" visto che "dal 2012 ad oggi sono stati recepiti solo 32 su 65 provvedimenti attuativi" previsti dai decreti legge del programma. Nell'ultimo anno, ha evidenziato lo studio, "sono state gettate basi importanti" ed "ora non ci sono più alibi: è il momento di passare all'esecuzione dei piani definiti". A livello locale, dallo studio è emerso che 10 Regioni italiane su 21 hanno già formalizzato i documenti per le loro Agende Digitali e altre 8 li stanno completando. Dal 2014 al 2020, inoltre, le Regioni avranno a disposizione 5,7 miliardi di euro da risorse Fesr e Fse per attuare i loro programmi di digitalizzazione.

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