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L'Italia è il paese più corrotto d'Europa. Nel mondo siamo al 69esimo posto

03 dicembre 2014 | 12.39
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Uguale a noi solo Romania, Grecia e Bulgaria. Ecco la classifica di Transparency International sull'indice di corruzione percepita in 174 paesi. Per segnalare un caso, ora c'è il servizio per portare allo scoperto gli illeciti. Un imprenditore rivela : "Ho un ufficio per le bustarelle". Farinetti: "Basta piangerci addosso e troviamo soluzioni"

La grafica sulla corruzione percepita in 174 paesi del mondo
La grafica sulla corruzione percepita in 174 paesi del mondo

L'Italia è il paese più corrotto in Europa. E' quanto emerge dal ventesimo rapporto di Transparency International sull'indice di corruzione percepita in 174 paesi del mondo. L'Italia si classifica al 69° posto come nel 2013. Sullo stesso gradino troviamo la Romania, la Grecia e la Bulgaria. I paesi meno corrotti sono Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia. All'ultimo posto tra quelli meno virtuosi, la Somalia e Corea del Nord precedute da Sudan e Afghanistan. (Guarda la classifica Paese per Paese)

"L'Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2014 evidenzia come il nostro paese non sia ancora riuscito a intraprendere la strada giusta per il suo riscatto etico. Non possiamo restare fermi a guardare ancora per molto, mentre invece altri paesi fanno progressi: come cittadini possiamo e dobbiamo essere parte attiva nella lotta contro la corruzione", dichiara Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia.

"Il lavoro iniziato quest'anno dall'Anac siamo sicuri che darà i suoi frutti - aggiunge Carnevali - ma c’è bisogno anche del supporto dei cittadini. Solo grazie al loro coinvolgimento sarà possibile portare alla luce gli illeciti che altrimenti continueranno a rimanere insabbiati. Per questo motivo abbiamo dato vita al servizio Allerta Anticorruzione - Alac, per tutti coloro che vogliono segnalare un caso di corruzione ma sono spaventati o sfiduciati dalle istituzioni". Il servizio è stato presentato oggi a Roma dal presidente di Transparency International Italia e Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, e Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria.

Secondo i dati del Barometro Globale della Corruzione 2013, solo il 56% degli italiani è disposta a segnalare un episodio di corruzione, rispetto alla media globale del 69%. I motivi che spingono a rimanere in silenzio sono soprattutto la paura, la sfiducia e la triste convinzione che nulla può cambiare.

"La corruzione è alimentata dall'eccessiva e inutile burocrazia", spiega il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello secondo il quale "occorrono azioni volte a semplificare il rapporto tra Pubblica Amministrazione e impresa". Inoltre, "è indispensabile aumentare i grado di consapevolezza del fenomeno e fornire agli imprenditori degli strumenti semplici per prevenirlo".

Secondo Marcella Pannucci, dg di Confindustria, “resta ancora tanto da fare per rafforzare le politiche di contrasto alla corruzione". Per questo, "Confindustria ha posto il tema tra le sue priorità e sta portando avanti un'intensa attività di analisi e di proposta per contribuire ad un'azione anticorruzione corale. Il tutto nella consapevolezza che anche il sistema delle imprese deve fare la sua parte e assumersi la responsabilità".

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