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Lo storico dell'arte Montanari: "In Ucraina rischi enormi non solo per le opere ma per tutto il patrimonio"

10 marzo 2022 | 16.29
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

La guerra comporta non solo dei pericoli evidenti per la popolazione, con perdite umane consistenti, ma anche per il patrimonio artistico che in Ucraina è ricco e vario sia per quanto riguarda le testimonianze del passato sia per quanto concerne le bellezze naturali. A lanciare l'allarme, conversando con l'AdnKronos, è lo storico dell'arte Tomaso Montanari il quale, comunque, tiene a precisare che "non c'è opera d'arte che valga la vita di un essere umano".

Il conflitto, avverte lo studioso, produce "enormi rischi che non hanno a che fare con le singole opere che si possono mettere al sicuro, ma con il patrimonio inteso nel senso più vero e ampio. Ovvero con la forma stessa delle città, dei quartieri antichi, degli edifici, delle mura. L'Ucraina ha un patrimonio che va dalle colonie greche sul Mar Nero, con architetture, strutture e lasciti, ai monumenti medievali anche italiani come per esempio le mura genovesi".

Peraltro, osserva Montanari, il Paese sotto attacco da parte dei russi dispone "di un patrimonio naturale. Ci sono le steppe e le foreste. I patrimoni dell'Unesco in Ucraina individuano una serie di complessi che sono il Paese stesso, come succede sempre in Europa". Questo per dire che, in fondo, "la guerra è dentro il patrimonio culturale, lo attraversa, lo violenta. Vedremo poi con quale esito. Abbiamo visto - ricorda Montanari - quello che è successo in Siria, in Libia". Tragedie che ora "stanno succedendo in Ucraina. E' un pezzo d'Europa e, come tutti in tutti gli altri Stati europei, è come fare la guerra in un salotto perfettamente integrato e storicizzato. E' un disastro: noi vediamo le periferie staliniste, e per ora non vediamo le città storiche. Bombardare Odessa è come dire bombardare la storia". In altri termini, il patrimonio ucraino "parla di un Paese che è russo ed europeo. La parola Ucraina vuole dire 'confine', una frontiera che è stata attraversata ed è permeabile. L'Ucraina è un Paese che è stato un ponte e Putin oggi ci fa la guerra, ma diciamo che anche l'Occidente non è innocente".

Nella guerra, sottolinea più in generale Montanari, c'è "la fine delle ragioni dell'umanità. Il patrimonio culturale è importante per quello che i beni che lo compongono dicono alle persone e per l'idea di civiltà che permettono di costruire. Qui è messo in discussione il nostro essere 'umani'. L'unica richiesta è un cessate il fuoco il prima possibile. Mi pare che il solo a dirlo, con forza, sia il Papa".

"Mandare armi, alimentare il conflitto, vuol dire prolungare lo strazio della popolazione e la distruzione del patrimonio culturale", afferma Montanari il quale conclude sottolineando che comunque la protezione della vita umana precede quella delle opere d'arte: "Noi le amiamo in modo viscerale ma dobbiamo ricordarci che, e lo dico da storico dell'arte, non c'è opera d'arte che valga la vita di un essere umano".

(di Carlo Roma)

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