Il figlio di Ulisse parte da Itaca su consiglio della dea Atena per riconquistare la sovranità perduta sull'isola. E' la prima figura di adolescente presa in considerazione dalla poesia greca che in precedenza si occupava solo di uomini fatti
Lo story-telling di Matteo Renzi? Non le fiction americane, pure indicate come modello formativo al Pd nell'ultima direzione, ma i classici della formazione europea. Matteo Renzi ha scelto a sorpresa, per battezzare il "suo" semestre di presidenza, il mito di Telemaco. Di sicuro una scelta non casuale. A Telemaco sono dedicati i primi quattro canti dell'Odissea, l'incipit insomma, ed è la prima figura di adolescente presa in considerazione dalla poesia greca, che in precedenza si occupava solo di uomini fatti.
Di Telemaco Renzi ha citato la partenza da Itaca alla ricerca del padre, su consiglio della dea Atena ("Non penserai mica di stare qui ad aspettare?") per riconquistare la sovranità perduta su Itaca. Ma Telemaco nell'immaginario classico è soprattutto il "giusto erede", il ragazzino educato a essere re che all'inizio del poema di Omero sfida i Proci, riunisce l'assemblea di Itaca, protesta contro il contegno degli usurpatori, stupisce persino la madre Penelope per la sua temerarietà, e poi si imbarca con un lucido progetto per il futuro, per conquistarsi il diritto di regnare a cui suo padre ha abdicato per andarsene in giro.
"La nostra generazione ha il dovere di riscoprirsi Telemaco", ha concluso Renzi. La fronte aggrottata di Martin Schulz, inquadrato subito dopo dalle telecamere, la diceva molto lunga su questa storia di padri e figli.