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Locatelli: "Test sierologico non è patente immunità"

26 aprile 2020 | 16.57
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(Afp)
(Afp)

"Il test sierologico non darà una patenta di immunità. Tanti studi ancora devono essere fatti per definire la risposta immunitaria". Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css), Franco Locatelli, interviene così a In mezzora in più. "Il test è stato identificato ieri, servirà per definire la diffusione epidemica del virus nelle varie regioni del paese e nelle differenti fasce d'età, tenendo conto dei profili lavorativi", dice.

"Quella che dovrà essere una stella polare dovrà essere una ripresa graduale delle attività e i piani che sono stati identificati e suggeriti al decisore politico rispecchiano esattamente questo criterio: partire con alcune attività produttive e commerciali per evitare di ritrovarci di fronte ad una nuova ondata epidemica. Abbiamo raggiunto un risultato importantissimo, dobbiamo mantenerlo con approcci graduali e monitorando eventuali fenomeni di riaccensione epidemica locale", afferma. "E' fondamentale il comportamento individuale, non siamo fuori da questa tempesta epidemica: le misure di distanziamento, l'igiene delle mani, la mascherina serviranno per farci riprendere gradualmente uno stile di vita il più possibile vicino a quello che avevamo prima", aggiunge.

"Dobbiamo conciliare la sicurezza della salute e la ripartenza delle attività produttive. Dovremo immaginare un nuovo modo di vivere la nostra vita di tutti i giorni. Il settore dei trasporti è uno dei più delicati, bisogna mettere in campo una serie di misure: evitare la concentrazione nelle ore di punta, aumentare le corse disponibili, mantenere il distanziamento", spiega. "Dovremo inventarci un modo diverso di vivere il mare", dice rispondendo ad una domanda sull'imminente estate.

Capitolo bambini: "Meritano il massimo delle attenzione. L'indicazione che il comitato tecnico scientifico ha cercato di dare, nel rispetto delle misure, è che i bambini abbiano una vita ripristinata rispetto alla normalità. Fortunatamente sono esposti ad un rischio infinitamente più basso di sviluppare patologie, ma possono essere significativamente infettivi e non abbiamo dati solidi per dire che lo siano in maniera marcatamente ridotta rispetto agli adulti".

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