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Comunicato stampa

L’odissea dei 200mila docenti fuori sede che vogliono tornare a “casa” al via le richieste di trasferimento

16 marzo 2022 | 12.22
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L’odissea dei 200mila docenti fuori sede che vogliono tornare a “casa” al via le richieste di trasferimento

Un esercito di 200mila docenti pronti a chiedere il trasferimento per assistere parenti in difficoltà. Pubblicata l'ordinanza ministeriale con cui è stato dato il via alla procedura di mobilità del personale scolastico. "Una roulette russa -spiega l'avvocato Vincenzo La Cava, profondo conoscitore della materia- che mette a rischio la serenità di migliaia di famiglie".

La domanda, che doveva essere presentata entro il 15 marzo, è stato l'atto finale di norme inserite nel contratto collettivo di lavoro: "Il problema -dice ancora La Cava- è che il contratto presenta evidenti illegittimità che il più delle volte calpestano elementari diritti. Succede così che migliaia di docenti si vedono costretti a permanere presso la sede di titolarità, nonostante assistano parenti e/o affini disabili sino al terzo grado o siano genitori di figli inferiori a tre anni".

Il contratto, infatti, prevede il diritto di precedenza soltanto in favore del docente disabile o che assiste il coniuge o il figlio disabile e non anche in favore di tutti i parenti e/o affini, sino al terzo grado, come invece è espressamente previsto dalla legge 104/1992.

"Un fenomeno -sottolinea l'avvocato La Cava- che riguarda in particolare uomini e donne del Sud che, dopo avere accettato un incarico a centinaia e centinaia di chilometri, non riescono più a tornare a casa". Come, ad esempio, una docente di Messina, con cattedra a Roma, figlia e referente unica del padre disabile, che si era vista negata il trasferimento nella sua città di origine.

Un diritto ottenuto solo dopo un inevitabile iter giudiziario: "Ma non si tratta -afferma ancora La Cava- di un caso isolato. Tutt'altro. Non posso dimenticare il caso di una docente, titolare a Venezia, che aveva chiesto di tornare in Sicilia per assistere alla figlia di appena un anno. Anche qui il trasferimento, prima negato, è stato concesso solo grazie all'intervento del Tribunale di competenza".

Un'odissea che si ripeterà anche quest'anno. ll 17 maggio verranno pubblicati infatti i trasferimenti e molti saranno i docenti che non si vedranno tutelati i propri diritti. Inevitabile la conseguenza: dovranno rivolgersi al Tribunale competente per non restare lontani dai propri affetti.

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