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Ricerca: l'odore dei cibi 'accende' il cervello dei bimbi obesi

25 novembre 2015 | 11.11
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Ricerca: l'odore dei cibi 'accende' il cervello dei bimbi obesi

L'odore di alcuni cibi 'accende' il cervello dei bimbi obesi, attivando particolari aree associate all'impulsività e allo sviluppo di disturbi ossessivo-compulsivi. E fra i profumi nel mirino c'è quello di cioccolato. A puntare i riflettori sui meccanismi neurologici correlati ai problemi alimentari è uno studio che sarà presentato la prossima settimana al meeting della Società nord-americana di radiologia (Rsna).

Nella lotta all'obesità, una 'pandemia' che secondo i dati dei Cdc americani colpisce negli Usa circa 12,7 milioni di bambini, "è cruciale comprendere i meccanismi cerebrali che scattano dopo uno stimolo odoroso", spiega Pilar Dies-Suarez, responsabile di Radiologia all'ospedale pediatrico Federico Gomez di Città del Messico. "Questa ricerca - sottolinea - ci offre gli elementi per capire meglio che l'obesità ha una componente neurologica, e apre le porte a possibili ricadute terapeutiche" contro il sovrappeso patologico.

Gli scienziati hanno studiato 30 bimbi dai 6 ai 10 anni, metà dei quali normopeso secondo l'indice di massa corporea Bmi e metà obesi (Bmi maggiore di 30). A ogni piccolo sono state fatte annusare 3 essenze: di cioccolato, di cipolla e un odore neutro (acetone diluito). Le reazioni cerebrali sono state quindi 'fotografate' con tecniche di risonanza magnetica.

Si è così osservato che nei piccoli obesi il profumo di cibo produce l'attivazione di aree del cervello legate all'impulsività e ai disordini ossessivo-compulsivi, mentre non si allertano le zone correlate al controllo degli impulsi. Nei bambini normopeso, al contrario, si attivano le aree cerebrali associate al controllo del piacere, all'organizzazione e alla programmazione, così come i circuiti che governano le emozioni e la memoria.

E ancora. Quanto un bimbo normopeso annusa il profumo di cipolla, nel suo cervello si accendono la corteccia gustatoria che processa i sapori e l'area associata alla ricompensa. Zone che restano 'inerti' nei piccoli obesi, i quali rispetto agli altri mostrano invece una significativa reazione all'aroma di cioccolato.

"Se siamo in grado di identificare i meccanismi all'origine dell'obesità - conclude Dies-Suarez - saremo capaci di cambiare il modo con cui trattare questi pazienti, riducendo i tassi di obesità e salvando vite". I bimbi obesi sono infatti più a rischio di sviluppare ipertensione, diabete di tipo 2 e problemi respiratori, e hanno più probabilità di diventare adulti 'XXL' con tutte le insidie cardiovascolari che ciò comporta.

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