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Cinema: Rossellini restaurato, omaggio a Ingrid Bergman alla Festa di Roma

14 ottobre 2015 | 14.01
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Una scena di 'Ingrid Bergman'
Una scena di 'Ingrid Bergman'

La Festa del Cinema di Roma per celebrare il centenario della nascita di Ingrid Bergman presenta la copia restaurata di 'Ingrid Bergman', piccolo film (20 minuti) girato da Roberto Rossellini, inserito nel film collettivo 'Siamo donne', girato insieme a Cesare Zavattini, Luigi Zampa, Luchino Visconti e Gianni Franciolini nel 1953. Si tratta di una delle produzioni più dimenticate dell'autore 'Roma città aperta', poco o male recepito all'epoca. Girato in due versioni (una per il mercato Usa, con alcune differenze) nella villa della coppia a Santa Marinella, l'episodio di Rossellini vede la Bergman alle prese con l'invadente pollo di una vicina di casa, deciso a rovinarle l'amato giardino: tra (neo)realismo e finzione, sfruttando i limiti imposti dalla breve durata, Rossellini disegnò un elegante ritratto dell'attrice, mascherando da "home-movie" quello che, grazie ai suoi lampi di ironia è, secondo studiosi come Tag Gallagher, "il film più geniale" dell'autore di 'Roma città aperta'.

La Cineteca Nazionale, in collaborazione con Ripley’s Film, Viggo e Marzi Srl, hanno restaurato il film, oltre che per il grande valore storico-culturale dell'opera, anche in omaggio a una delle più grandi dive di sempre. Famosa fu la lettera indirizzata dall'attrice a Roberto Rossellini: "Se ha bisogno di un'attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il tedesco, che si fa quasi capire in francese, e in italiano sa solo dire 'ti amo', sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei". Da questa lettera sarebbero nati alcuni classici del nostro cinema, 'Stromboli – Terra di Dio', 'Europa 51', 'Viaggio in Italia'. 'Siamo donne' venne ideato all'epoca da Cesare Zavattini come "un atto di sincerità e di umiltà", con cui quattro grandi attrici (oltre alla Bergman, Anna Magnani diretta da Luchino Visconti, Isa Miranda da Luigi Zampa e Alida Valli da Gianni Franciolini), intendevano "testimoniare la loro presenza nel mondo di oggi e uscire dal mito nel quale l'immaginazione popolare così spesso le pone, per riacquistare davanti al pubblico la loro vera dimensione umana".

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