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Londra sotto assedio come in Siria, ma è una simulazione

27 agosto 2015 | 19.29
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Londra sotto assedio come in Siria, ma è una simulazione

Scaffali dei supermercati vuoti, scuole chiuse, ambulanze bloccate. Non siamo nella Siria sotto assedio, ma in un sobborgo di Londra. La situazione è simile ma solo perché ricostruita appositamente da Save the Children nella contea del Serrey per sensibilizzare la popolazione europea sui motivi che spingono i siriani a fuggire dalla guerra. Un video candid-camera mostra come i cittadini inglesi reagiscono all'assenza dei servizi base nel loro territorio.

Le telecamere nascoste rivelano, infatti, la reazione delle persone a una serie di emergenze, inimmaginabili nel Regno Unito, ma attuali in Siria, con i servizi di base temporaneamente sospesi. La simulazione, realizzata con l'aiuto di attori professionisti, ha catapultato gli inglesi in scenari per loro tanto impensabili da ritenerli impossibili nella realtà.

In Siria, oltre 11 milioni di persone sono dovute fuggire dalle proprie case e 420mila vivono sotto assedio all’interno del Paese. "Una piccola parte dei rifugiati siriani ce la fa ad arrivare in Europa. I più poveri, i malati e gli anziani restano invece sotto assedio, intrappolati senza cibo e medicine", commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. E le persone che provano a cercare aiuti nelle città sotto assedio rischiano la vita.

Save the Children, porre fine agli assedi e al blocco degli aiuti umanitari

"Se il cittadino medio europeo non sopporta per un solo giorno di essere privato di cibo, servizi sanitari e scuola, perché dovrebbero farlo le famiglie siriane sotto le bombe da 3 anni?", denuncia Neri. "Nonostante la generosità della comunità internazionale - prosegue - le risorse per assistere milioni di rifugiati si stanno prosciugando". E allora le famiglie siriane sono costrette a tornare nelle zone di conflitto o a raggiungere l’Europa in viaggi lunghi e a volte fatali.

Save the Children chiede allora che "gli aiuti possano raggiungere subito i 12 milioni di siriani disperati, inclusi i circa 6 milioni di bambini" auspicando che gli assedi finiscano insieme ai blocchi per gli aiuti umanitari. "Le frontiere con i paesi confinati devono rimanere aperte e i paesi ricchi, in primis quelli europei, devono accogliere una quota maggiore di rifugiati in disperato bisogno di salvezza e futuro", conclude Neri.

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