I data center arriveranno a consumare fino all'8% dell'elettricità mondiale nel prossimo decennio: ecco perché nasce la Green Software Foundation.
Goldman Sachs è il primo operatore di servizi finanziari a entrare nella nuova Green Software Foundation fondata da Microsoft, Accenture, GitHub e ThoughtWorks. La fondazione punta a far crescere il campo dell'ingegneria del software in un contesto sostenibile impegnando le aziende partecipanti a ridurre le emissioni di carbonio del 45% entro il 2030 e a sviluppare software con codice aperto, per ottimizzare il lavoro degli sviluppatori in un'ottica di collaborazione. Ha spiegato Jeff Sandquist, Corporate Vice President, Developer Relations di Microsoft: “I data center in tutto il mondo rappresentano l'1% della domanda globale di elettricità e se le proiezioni dicono che si arriverà a consumare il 3-8% nel prossimo decennio è imperativo affrontare la questione".
Brad Smith, presidente di Microsoft, afferma invece: “Il consenso scientifico è chiaro: il mondo deve affrontare un urgente problema sul carbonio. Dovremo lavorare tutti insieme per creare soluzioni innovative per ridurre drasticamente le emissioni”. La decisione di Goldman di iscriversi alla fondazione, arriva sulla scia dell'adesione a OS-Climate, un'iniziativa intersettoriale ospitata dalla Linux Foundation che sta cercando di spostare gli investimenti globali verso emissioni zero di carbonio attraverso lo sviluppo di dati Open Source. Michael Tiemann, pioniere del software open source e relatore a un webinar della Climate Week di New York, ha spiegato che l'approccio open source basato sulla comunità è adatto per creare dati trasparenti, affidabili e verificabili. Lo strumento offre flessibilità e può essere adattato alle esigenze degli utenti, funziona come un corpo vivente in costante miglioramento che può essere utilizzato in modo proprietario. In questo contesto, OS-C sta creando una comunità per costruire una piattaforma software che aumenterà notevolmente i flussi di capitale globali verso la mitigazione e la resilienza dei cambiamenti climatici attraverso un'organizzazione senza scopo di lucro. L'obiettivo è quello di aggregare dati, modellazione, informatica e scienza disponibili in tutto il mondo in un modello fisico-economico potenziato dall'intelligenza artificiale che funziona come un sistema operativo, consentendo potenti applicazioni per gli investimenti climatici.
Il tutto mentre il più recente report The State of the Global Climate della World Meteorological Organization riporta come, nonostante le attività ridotta dalla pandemia, il 2020 no abbia interrotto né rallentato il cambiamento climatico in atto. Secondo Petteri Taalas, segretario generale del Wmo, le emissioni di gas serra sono continuate a crescere tanto nel 2019 quanto nel 2020 determinando un aumento delle temperature che hanno raggiunto i livelli più alti mai toccati dal 1850. E la tecnologia può fare la sua parte. Una recente ricerca della Purdue University riporta come il modo in cui i dati Internet vengono archiviati e trasferiti in tutto il mondo produca un impatto significativo: un'ora di videoconferenza o streaming, ad esempio, emette fino a 1.000 grammi di anidride carbonica, mentre lasciare la fotocamera spenta durante una chiamata web può ridurre la quantità del 96%. Anche lo streaming di contenuti in definizione standard piuttosto che in alta definizione può produrre una riduzione delle emissioni CO2 dell'86%.