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Lorenzin in visita al Cnao di Pavia: "Lo sosterremo. Deve attrarre pazienti anche dall'Europa"

05 marzo 2015 | 19.51
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Dopo il via libera a 30 mln per far sopravvivere il Centro nazionale di adroterapia oncologica, i vertici sperano nel traguardo dell'inserimento dell'adroterapia nei Lea e incassano le rassicurazioni del ministro. Il Cnao ha trattato finora 500 malati di tumore. Ma potrebbero essere mille l'anno

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al centro Cnao di Pavia
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al centro Cnao di Pavia

"Dal 2011 il Cnao ha trattato con l'adroterapia circa 500 pazienti oncologici che non avevano altra possibilità di cura, ma potrebbe accogliere fino a 1.000 pazienti all'anno. Chiediamo il sostegno del ministero della Salute e delle istituzioni per crescere, andare a regime e liberarci dai vincoli che ancora limitano l'azione del centro". E' l'appello lanciato oggi a Pavia, in occasione della visita del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, da Erminio Borloni, presidente del Centro nazionale di adroterapia oncologica della città lombarda, una delle 4 strutture al mondo in grado di curare, sia con fasci di protoni che di ioni carbonio, i tumori che resistono alla radioterapia e non sono operabili. Oggi i vertici hanno incassato le rassicurazioni del ministro che nel suo tour ha anche incontrato un gruppo di pazienti: "Il ministero della Salute sosterrà il Cnao, per il quale adesso deve aprirsi una fase nuova". Il centro va promosso e rilanciato, assicura. "Anche a livello frontaliero, mettendolo in condizione di attrarre sempre più pazienti dall'Europa".

Lorenzin ricorda "30 milioni di euro in Legge di stabilità al Cnao per permettergli di sopravvivere. Abbiamo fatto anche una revisione dello Statuto del centro, inserendo una serie di parametri per farlo diventare un ente che viene vigilato dal ministero, ma soprattutto promosso in un'azione più forte. E poi, soprattutto, abbiamo inserito l'adroterapia nei Lea, Livelli essenziali di assistenza - nel provvedimento di revisione che dovrebbe ultimare il suo iter entro giugno - permettendo quindi a tutti i cittadini italiani di avere accesso a queste cure. Non potevamo immaginare che lo Stato, dopo aver investito 194 mln di euro su questo centro, abbandonasse la struttura e i pazienti. Oggi mettiamo un punto per una ripartenza, superando la fase sperimentale e aprendone una nuova, diversa, per questo centro di eccellenza mondiale. La rete di collaborazioni internazionali deve diventare ancora più fitta".

In Europa c'è solo un altro centro come il Cnao e si trova in Germania. I fasci di particelle subatomiche che si trasformano in un 'super raggio' ad alta precisione sono prodotti da un acceleratore simile a quello del Cern di Ginevra. Oggi, spiegano gli esperti, l'adroterapia potrebbe salvare circa 3.000 pazienti oncologici in tutta Italia, colpiti da forme aggressive di tumore al pancreas, al fegato o alle ossa, ma l'accesso alle cure viene garantito solo in Lombardia e Emilia Romagna che le riconoscono gratuitamente all'interno del Ssn.

Un panorama che potrà cambiare quando la revisione dei Livelli essenziali di assistenza a cui sta lavorando il ministro della Salute con le Regioni concluderà il suo iter (traguardo previsto a giugno). Il provvedimento, infatti, prevede l'inserimento dell'adroterapia nei Lea. Oggi invece, segnalano Borloni e il direttore scientifico della Fondazione Cnao Roberto Orecchia, ci sono "grandi difficoltà ad accedere alle cure: i pazienti delle altre regioni, per accedere ai trattamenti, devono chiedere l'autorizzazione alle loro Asl con lunghe attese burocratiche. E in alcuni casi si sono visti rigettare la richiesta".

Intanto il Cnao va avanti fra le difficoltà economiche, tamponate dai 30 mln riconosciuti a livello nazionale. "Grazie alla nostra tecnologia, che ha già ottenuto la marchiatura CE e superato ogni test di sicurezza richiesto dal ministero della Salute, siamo già pronti per partire con nuove terapie per i melanomi oculari e per i tumori al polmone e pediatrici. Su questo punto attendiamo solo l'autorizzazione dell'Istituto superiore di sanità", spiega Borloni. Oggi al Cnao si curano 23 tipi di tumore, che non hanno altra possibile terapia, tra cui le forme più aggressive di tumori come quello al pancreas, al fegato, alla prostata e i tumori ossei.

Cuore pulsante del Cnao è il sincrotrone, collocato in un bunker di 1.600 metri quadrati nel cuore della sede del centro a Pavia, con la forma di un anello di 25 metri di diametro e 80 metri di circonferenza. I fasci di particelle sono sottoposti ad accelerazione nel tubo circolare del sincrotrone fino alla velocità di 30 mila chilometri in mezzo secondo e sono inviati nelle sale di trattamento, dove sono posizionati i lettini dei pazienti e indirizzati i fasci generati dal sincrotrone.

Il trattamento avviene in queste 3 stanze dove i medici e i tecnici, dopo gli esami preparatori condotti con Tac, risonanza magnetica e Pet, definiscono per ciascun malato la corretta posizione sul lettino, che deve essere riproducibile per ogni seduta di trattamento ed è studiata per consentire la maggior precisione possibile del raggio. Ciascuna seduta nel suo complesso ha una durata di circa 30 minuti. Un ciclo completo può durare, a seconda dei casi, da una a 6 settimane con una seduta al giorno per 4-5 giorni a settimana. Le radiazioni dell'adroterapia non sono dolorose e non sono percepite dai pazienti.

Le cure del Cnao "non si sostituiscono ai trattamenti tradizionali - precisa Borloni - Non è per tutti. E noi non vogliamo essere un costo aggiuntivo ma preventivo, perché trattando solo i pazienti che possono beneficiare di queste cure il Ssn può ottenere spendere meno in termini di cure risparmiate. Oggi invece ci arrivano pazienti operati più volte, già trattati in modo fallimentare. Questo deve cambiare". Borloni spiega che il Cnao ha avviato tutto il percorso per accedere ai fondi messi a disposizione quest'anno grazie alla legge di stabilità.

"Siamo in attesa dei fondi previsti per il primo anno che sono per noi urgenti per continuare l'attività. Auspico una rinnovata sensibilità a sostenerci anche per proporci nel panorama internazionale. Dobbiamo crescere e liberarci dai vincoli di una procedura autorizzativa complessa. Non ci sono stati fatti sconti nelle 80 autorizzazioni che abbiamo dovuto chiedere. E siamo ancora vincolati ai singoli protocolli sperimentali e non autorizzati per tutte le attività cliniche sui malati elettivi. Questo condiziona le capacità del centro".

Orecchia spiega che "i pazienti trattati l'anno scorso sono stati 260. L'obiettivo di quest'anno è raddoppiare arrivando a quota 500. Molto dipenderà anche da quando andranno in vigore i Lea. Il nostro traguardo è arrivare ai numeri di 'centri gemelli' come quello giapponese che viaggiano al ritmo di 1.000 pazienti l'anno".

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