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Migranti: L'orrore sul barcone della morte, il racconto di un vigile del fuoco

02 luglio 2016 | 12.30
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Il 'barcone della morte' recuperato
Il 'barcone della morte' recuperato

"Non immaginavamo che ci fossero tanti, tantissimi corpi, tutti intrecciati tra di loro. Bambini, masse informi, donne che abbiamo potuto riconoscere solo grazie ai collant che indossavano. Un orrore". Paolo Quattropani è l'ispettore dei Vigili del Fuoco che coordina le squadre che da ieri hanno iniziato il recupero dei cadaveri dal barcone naufragato un anno fa nel Canale di Sicilia con a bordo oltre settecento profughi e recuperato nei giorni scorsi a 370 metri di profondità. Il barcone è da ieri pomeriggio ad Augusta (Siracusa) per l'estrazione dei corpi. Sarà lo staff di medici legali guidati da Cristina Cattaneo, responsabile dell'Istituto di medicina legale dell’Università di Milano, a eseguire gli esami autoptici sui cadaveri recuperati.

Fino a questo momento sono 39 i corpi estratti dal 'barcone della morte'. Ma ce ne sono altre centinaia. "La situazione è davvero difficile - spiega Quattropani all'Adnkronos - Non possiamo parlare di recupero corpi, perché in realtà non sono più corpi ma resti intrecciati tra di loro, bambini, donne, uomini". E poi, tanti bambini. "E' difficile fare una stima", dice Quattropani. Ma secondo il racconto dei superstiti, poco meno di trenta, sul barcone c'erano tantissimi bambini, anche molto piccoli, proprio come era accaduto nel naufragio del 3 ottobre 2013 davanti alle coste di Lampedusa quando morirono 366 migranti. I Vigili del fuoco hanno trovato in un unico punto anche diversi teschi, tutti insieme, l'uno accanto all'altro. "E' difficile capire a chi appartenevano - dice Quattropani - Lo scopriranno soltanto grazie all'esame del Dna".

I Vigili del fuoco si sono trovati davanti un vero e proprio film dell'orrore. "Sapevamo cosa avremmo trovato ma non ci aspettavamo tutto questo - dice l'ispettore dei Vigili del fuoco - Anche perché le immagini che abbiamo visto dal 'Rov', cioè il robot sotto acqua, non lasciavano in travedere tutta questa quantità di corpi".

"Le operazioni dei Vigili del fuoco, nell'ambito del sistema coordinato dalla Marina Militare, continueranno fino al recupero di tutti i corpi. Siamo organizzati con delle turnazioni che consentono la continuità dell'intervento 24 ore su 24 in condizioni di sicurezza per i nostri operatori - dice ancora l'ispettore Quattropani all'Adnkronos - Da ieri sera le squadre non si sono mai fermate". Sono centinaia gli uomini dei Vigili del fuoco che si alterneranno nei prossimi giorni per il recupero di tutti i cadaveri.

"Un'operazione molto difficile dal punto di vista emotivo - ammette Quattropani - Io ho partecipato durante la mia carriera a molte missioni dei Vigili del fuoco. Dalla Missione Arcobaleno in Albania, sono intervenuto in diverse zone colpite dal terremoto, ma una cosa del genere non l'avevo mai vista. Mai. E' un'esperienza nuova per tutti. Quando prendiamo i corpi, cerchiamo di non soffermarci, soprattutto sui più piccoli, per evitare di essere coinvolti emotivamente".

"Ci siamo confrontati con i colleghi - dice - non conoscevamo le nostre reazioni, qui non c'è l'adrenalina del salvataggio, quindi la parte emotiva può avere il sopravvento e allora bisogna gestirla bene. Abbiamo un sistema di supporto psicologico tra pari. Ci siamo più volte chiesti come sarebbe stato l'impatto, ma stiamo reagendo bene". "Mettiamo in un angolo la parte sentimentale, per ora riusciamo a contenerla - aggiunge - Ci supportiamo a vicenda, quindi qualsiasi difficoltà che vediamo in un collega, siamo tutti pronti ad aiutarlo".

L'ispettore Paolo Quattropani è tornato ieri dalla nave Ievoli. "Abbiamo fatto più di un mese di navigazione", dice. "Penso che sia giusto dare una degna sepoltura a chi muore", dice prima di rientrare nel barcone della morte. Alla domanda su quale sia stato il momento più difficile, risponde: "Forse ancora deve venire, quando entreremo nella stiva, dove ci sono altre centinaia di corpi".

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