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Lucarelli contro D'Urso: "Hai perso"

05 ottobre 2019 | 14.33
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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La vicenda risale a cinque anni fa ma il punto alla querelle tra Barbara D'Urso e Selvaggia Lucarelli, è stato messo solo di recente. Andiamo con ordine. Nel 2014 la conduttrice di 'Pomeriggio Cinque' aveva querelato per diffamazione Lucarelli dopo che quest'ultima aveva pubblicato sui social una frase riguardante D'Urso, ospite in tv a 'Le invasioni barbariche'. Nel post Lucarelli scriveva: "L'applauso del pubblico delle Invasioni alla d'Urso ricorda più o meno quello alla bara di Priebke".

Giudicata colpevole in primo grado, la Corte d'Appello ha ribaltato la sentenza, rimarcando che la frase rientra nel "diritto di satira" come ha spiegato la stessa Lucarelli in un post su Facebook. "Come saprete la donna che continua a querelarmi da anni senza successo (pensate alle nostre tasse che se ne vanno perché non accetta il dissenso o una battuta), ha perso l'appello e sono stata assolta - scrive Lucarelli nel post -. Ringrazio l'avvocato Caterina Malavenda e il precedente Isabella Corlaita".

"Mi aveva querelata perché nel vederle fare il suo ingresso a 'Le invasioni barbariche' anni fa accolta più che tiepidamente dal pubblico, avevo scritto su Twitter 'L’applauso del pubblico delle Invasioni alla d’Urso ricordava più o meno quello alla bara di Priebke' - prosegue Lucarelli -. Una battuta, fine. E invece no, lesa maestà. Tribunali. Misurazione del tempo degli applausi. Col cuore, ovviamente. (Lei che nelle interviste dice sempre di non avere nemici, di volare alto, di ignorare le critiche e mandare energia positiva a tutti, come no)".

"Ero stata condannata in primo grado da un giudice che nelle motivazioni diceva che l’avevo offesa su TWISTAGRAM. Ripetuto più volte eh. Lei ovviamente aveva fatto comunicati trionfanti (COMUNICATI!) annunciando che con i soldi che avrei dovuto darle avrebbe fatto donazioni. Si era dimenticata di specificare che io non ero stata condannata a darle nulla sull’unghia, ma c’era un appello, sai com’è" prosegue ancora Lucarelli.

"Ad ogni modo - conclude - le motivazioni della sentenza d’appello sono divertenti. I giudici dicono che in effetti, vista la sua notorietà, è stata l’ospite meno applaudito della puntata e che la Bignardi, imbarazzata, ha dovuto chiedere un altro applauso. Aggiungendo che non si capisce come ci possa essere un collegamento tra una SOUBRETTE e un personaggio storico, a parte quello evidente della satira. Nel frattempo un’altra sua querela sempre nei miei confronti è stata archiviata. Ah, questa è la sentenza cara Barbara. E purtroppo non è possibile farla passare per una vittoria su Instagram con hashtag trionfanti".

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