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L'Unità si ferma, sospese le pubblicazioni

03 giugno 2017 | 15.12
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L'Unità si ferma, sospese le pubblicazioni

E' apparso stamattina in pdf quello che sembra essere l'ultimo numero de 'L'Unità', che con un titolo eloquente riassume la storia travagliata del quotidiano, attraversata negli ultimi anni da una profonda crisi. "Così si calpesta una storia" titola il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, che per la prima pagina sceglie un'immagine in bianco e nero che ritrae tanti lettori con in mano diverse copie del giornale. Una foto scattata dopo la vittoria della repubblica sulla monarchia al referendum del 1946.

"Ci sono storie che non dovrebbero finire - si legge sul quotidiano - per la storia che hanno raccontato e testimoniato, per quella che hanno cercato di capire, per chi ci ha creduto, per chi ci ha messo passione, professionalità e attaccamento. Questa storia, la nostra, hanno deciso di chiuderla nel modo peggiore, calpestando diritti, calpestando lo stesso nome che porta questa testata, ciò che ha rappresentato e ciò che avrebbe potuto rappresentare".

Parole dure quelle dell'editoriale firmato dall'assemblea di redazione, a partire dal sommario: "Nel giorno della festa della Repubblica che celebra il lavoro - si legge - l'editore annuncia la sospensione delle pubblicazioni. Mesi di ricatti e vessazioni. La redazione in sciopero, come ennesimo atto di difesa e dignità. Il silenzio del Pd". "L'editore - spiegano i giornalisti - ha comunicato, con una lettera spedita alle ore 22,49 del 1° giugno, che incontrerà la Federazione nazionale della stampa, Stampa Romana e il Cdr per illustrare la situazione economico-finanziaria del giornale e la conseguente decisione di interrompere volontariamente la pubblicazione".

La scelta più giusta da fare secondo l'amministratore delegato Guido Stefanelli "in attesa di portare a compimento le procedure di ristrutturazione aziendale", mentre per i giornalisti si tratta di "una decisione grave, arrivata dopo giorni di assenza del giornale dalle edicole perché lo stampatore ha fermato le rotative per la mancata riscossione dei crediti maturati e per i quali da mesi chiedeva il relativo pagamento". "Se si è arrivati fino a questo punto - proseguono i giornalisti della testata - non è stato per un improvviso fatto esterno, ma per una decisione più volte annunciata dallo stesso stampatore".

Tutto questo, proseguono i redattori, è avvenuto "nel silenzio più totale da parte dell'amministratore delegato e nel silenzio più assoluto da parte di un'azienda che non ha neanche ritenuto di dover comunicare che non avrebbe pagato gli stipendi ai lavoratori e alle lavoratrici. E che oggi dà notizia di una ristrutturazione annunciata da mesi ma mai avviata davvero". "Abbiamo tuttavia continuato a svolgere il nostro lavoro - rimarcano - confezionando un giornale che nessuno ha potuto acquistare in edicola, destinato soltanto agli abbonati che per alcuni giorni neanche riuscivano a scaricarlo nella sua versione online".

"L'Unità finisce oggi, con questo numero - assicurano i giornalisti - visto che la redazione sarà in sciopero fino al giorno del'’incontro in Fnsi con l'editore. (...) In questa storia sono in diversi a dover rispondere di quanto accaduto". La redazione punta il dito contro "gli editori di maggioranza, la Piesse di Massimo Pessina e Guido Stefanelli, Eyu, che fa capo al Partito Democratico, e lo stesso segretario del Pd Matteo Renzi a cui più volte ci siamo rivolti senza mai ottenere una risposta o una parola di solidarietà nei momenti più duri della lotta quando per otto giorni di seguito la redazione è scesa in sciopero ad oltranza. Un silenzio che ha ferito tutti coloro che in questo giornale hanno lavorato accettando condizioni spesso al limite dell'accettabile. Ci chiediamo se anche di fronte a questa decisione dell'editore proseguirà la scelta del silenzio".

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