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L'uomo post-Viagra: "Meno flop ma più calo del desiderio"

20 luglio 2020 | 14.39
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Il risultato di uno studio dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano presentato al Congresso dell'Associazione europea di urologia

(Fotogramma)
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Meno flop a letto per i maschi italiani nell'era post-Viagra. Ma accanto a un crollo nelle segnalazioni di problemi di impotenza e di 'piacere anticipato', aumentano le richieste di aiuto per calo del desiderio e per sindrome del 'pene curvo'. Sos che arrivano soprattutto dagli uomini più giovani. A mappare i disturbi sessuali che tormentano il maschio negli anni successivi all'avvento delle pillole dell'amore - dal Viagra al Cialis, agli altri farmaci contro la disfunzione erettile - è uno studio dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano presentato al Congresso (quest'anno virtuale) dell'Associazione europea di urologia. Il lavoro, guidato da Paolo Capogrosso e accettato per la pubblicazione, viene descritto come "il primo di questo genere" ed è stato condotto su oltre 3mila pazienti.

"In 10 anni - afferma Capogrosso - abbiamo osservato un vero cambiamento negli uomini che si rivolgono ai centri di salute sessuale". Un nuovo trend "probabilmente legato a una maggiore apertura" mentale da parte dell'universo maschile. "Ora si accetta l'idea che molti problemi intimi possono essere trattati", che si può parlarne" senza più considerarli un tabù. La ricerca ha analizzato le richieste di 3.244 uomini che dal 2009 al 2019 si sono rivolti alla Clinica per la salute sessuale del San Raffaele. Il primo dato rilevato dagli esperti è che il numero di pazienti che chiedono aiuto per un disturbo di disfunzione erettile maschile è aumentato dal 2009 al 2013, per poi cominciare a ridursi. Dal 2009 al 2019 è stata calcolata una diminuzione pari al 6% circa di chi lamenta un problema di eiaculazione precoce, mentre sono cresciute del 32% le richieste per calo del desiderio e sono aumentate del 30% quelle per malattie Peyronie (l'induratio penis plastica, fra le cause principali di un'anomala curvatura dell'organo sessuale maschile). L'età media del primo accesso al centro è inoltre scesa da 61 anni a 53.

"La disfunzione erettile resta il motivo principale per cui gli uomini si rivolgono ai centri di salute sessuale - precisa Capogrosso - ma il numero dei pazienti che riportano questo problema è in calo, mentre circa il 35% ora riferisce una malattia di Peyronie, con numeri che hanno mostrato una crescita costante" nel periodo di osservazione. "I nostri pazienti stanno anche diventando più giovani - aggiunge lo specialista - il che potrebbe riflettere un cambiamento generazionale nell'atteggiamento nei confronti dei problemi sessuali".

"Dobbiamo essere chiari sul significato di queste cifre", tiene evidenziare l'urologo e andrologo: "Non indicano alcun cambiamento nella prevalenza di queste condizioni - puntualizza - Ciò che mostrano è il motivo per cui gli uomini sono venuti in clinica, le ragioni per cui si preoccupano. Cambiamenti che probabilmente riflettono anche la disponibilità di trattamenti" mirati a determinate situazioni, la voglia di uscire allo scoperto sapendo che si può cercare di star meglio senza più rassegnarsi a soffrire in silenzio. Va poi tenuto presente che quelli descritti sono i risultati di un singolo centro, da confermare con studi più ampi. "Tuttavia - ragiona Capogrosso - sembra esserci una crescente consapevolezza di condizioni come la malattia di Peyronie", riferita "anche negli Stati Uniti e altrove", complici forse "articoli che appaiono sulla stampa laica".

"Sebbene questi dati siano in qualche modo preliminari poiché provengono da un singolo Istituto, sono interessanti perché ci consentono di formulare diverse ipotesi", dichiara Mikkel Fode, docente di Urologia all'università di Copenaghen in Danimarca, non coinvolto nella ricerca italiana. "Ad esempio - commenta l'esperto - il calo degli uomini che presentano disfunzione erettile può significare che i medici di famiglia sono più a proprio agio nell'affrontare questo problema, indirizzando i pazienti verso centri specializzati. D'altra parte, la riduzione dell'età di chi si rivolge alle strutture, l'aumento nelle segnalazioni di malattia di Peyronie e il calo del desiderio sessuale potrebbero significare che uomini e partner stanno diventando più attenti all'importanza di migliorare la vita sessuale della coppia". Felici sopra e sotto le lenzuola.

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