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Luongo (Ice): "Da svalutazioni yuan non vedo rischio immediato per aziende italiane"

13 agosto 2015 | 16.29
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"Non vedo un rischio immediato per le imprese italiane. Se si dovessero protrarre queste svalutazioni competitive o se ci fosse un forte rallentamento dell'economia cinese questo sarebbe preoccupante. Queste svalutazioni per ora sono assorbili". Ad affermarlo all'Adnkronos è il direttore generale dell'Ice, Roberto Luongo, commentando le ripercussioni legate alle svalutazioni decise dalle Autorità di Pechino.

"Indubbiamente quando si svaluta ci sono ripercussioni negative per chi esporta verso quel Paese a causa dei prezzi che diventano più alti. In Cina sono state decise queste svalutazioni per rendere più competitive le loro esportazioni", osserva Luongo.

"C'è chi dice che queste svalutazioni avranno un impatto molto negativo sul nostro settore del lusso. Non sono di questa opinione quanto meno per quanto riguarda il livello delle attuali svalutazioni. In ballo ci sono 4-5% e questo non dovrebbe avere troppe ripercussioni per i nostri prodotti del lusso", spiega il direttore generale dell'Ice. Negli ultimi tre giorni, infatti, lo yuan è stato svalutato del 4,65%.

"Non credo -sottolinea ancora Luongo- che ci sia un forte rischio per le grandi griffe italiane. Una borsa da 1.500 dollari potrebbe venire a costare circa 60-70 dollari in più: non credo che possa rappresentare un problema per gli eventuali acquirenti di questi prodotti. Da questo punto di vista rischiano di più le nostre piccole e medie imprese" anche se per ora "non vedo un rischio immediato per le nostre aziende italiane. Finché si mantengono a questi livelli si può sopportare".

Invece, sottolinea il direttore generale dell'Ice, "se si dovesse protrarre il periodo di difficoltà dell'economia cinese questo potrebbe generare dei problemi nel medio termine. Più che le svalutazioni temo una forte frenata della crescita economica cinese che nei prossimi 6-10 mesi potrebbe creare delle difficoltà". Queste svalutazioni, al momento, "sono assorbibili nel breve medio periodo. Se la moneta cinese dovesse essere svalutata del 20% in questo caso ci sarebbero davvero ripercussioni negative".

In Cina, rileva Luongo, "esportiamo tantissimo soprattutto prodotti di lusso, macchinari, impianti e beni tecnologici". Nel 2014 sono stati esportati verso la Cina 10,5 miliardi di euro mentre l'Italia ha importato dalla Cina 25 miliardi di euro. Comunque, ribadisce Luongo, "non vedo rischi immediati per le aziende italiane. Sono più timoroso per la tenuta complessiva dell'economia cinese".

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