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Lupi avverte: “Accertare le responsabilità, ma bisogna finire l’opera nei tempi previsti”

04 giugno 2014 | 15.03
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Bossi: “Tangenti girano dove ci sono soldi, ma Lega non coinvolta”. Vendola: “Con grandi opere varco per partito trasversale della tangente”. Pd diviso: Fassino: sicuro della onestà di Orsoni. Puppato attacca: “Questa è la vecchia guardia, noi con Renzi stiamo voltando pagina da tutto questo”

Maurizio Lupi
Maurizio Lupi

”Sul Mose sono il primo ad avere interesse che l’indagine in corso accerti le eventuali responsabilità di singoli, che se acclarate vanno punite con la severità prevista dalla legge”. Ad affermarlo il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi. “Tutti - dice - diano la massima collaborazione in tale senso”. “Il totale rinnovamento dei vertici del Consorzio Venezia Nuova relega eventuali colpe a gestioni del passato che non devono -sottolinea Lupi - rallentare o compromettere l’ultimazione dell’opera. Il Mose è realizzato all’85%, è completamente finanziato, va finito, nella più totale trasparenza, entro i tempi previsti e senza aumento dei costi. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha collaborato in questi mesi per portare avanti l’attività di costruzione del Mose, continuerà a farlo. Io sono ovviamente pronto a riferire al Parlamento sullo stato dell’opera”.

”Purtroppo dove ci sono i soldi possono arrivare anche quelle cose lì. Per fortuna la Lega non sembra coinvolta”. Così Umberto Bossi commenta all’Adnkronos l’inchiesta sulla cosiddetta ‘Tangentopoli del Veneto’. “Io temo che dove ci sono molti soldi è più facile che si arrivi a parlare di tangenti”, aggiunge il Senatur lasciando Montecitorio.

“Oggi il Mose, ieri l’Expo, avantieri la ricostruzione del terremoto: siamo in un’Italia paradossale, in cui da un lato la corruzione sembra un’ordinaria risposta alla lentezza estenuante della burocrazia, dall’altro proprio per affrontare appuntamenti importanti come quelli delle grandi opere, si decide si affidarle a modelli di governi emergenziali che sono spesso fatti in deroga alle vigenti normative e regolamenti’’. Lo afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’, parlando dell’inchiesta Mose con i cronisti a Bari a margine di un’iniziativa pubblica. ‘’Questi grandi eventi fatti con modelli emergenziali - prosegue il leader di Sel - aprono piu’ di un varco alla penetrazione del partito trasversale della tangente e del malaffare. E’ come se fossimo dentro una maledizione: o corrotti perche’ tutto troppo lento, o corrotti perche’ tutto troppo veloce. Io penso che siamo di fronte a una tale capillare estensione di fenomeni di malaffare nella vita pubblica, che bisognerebbe fermarsi e ragionare sul modello degli appalti, sul perche’ siamo prigionieri di questa gabbia fatta di corruttori, di corrotti, di tangentisti. Che la politica si fermi un attimo e rifletta’’.

Pd - Reazioni divise all’interno del partito del sindaco lagunare, arrestato oggi. “Chiunque conosca Giorgio Orsoni e la sua storia personale e professionale, non può dubitare della sua correttezza e della sua onestà’’. Questo il primo commento del presidente Anci Piero Fassino.

“Come tutti i veneziani siamo molto sconcertati per quanto è successo: i fatti che stanno emergendo disorientano e indignano una città intera, il Veneto e un intero Paese. Siamo anche stupiti per il coinvolgimento del sindaco di Venezia, amareggiati dal punto di vista umano e personale. A questo punto ci auguriamo che la magistratura proceda con il suo lavoro e con tutti gli accertamenti necessari a chiarire e definire in tempi brevi la responsabilità dei singoli, la natura e la gravità delle imputazioni’’. A dirlo sono i parlamentari veneziani del Pd, Pier Paolo Baretta, Andrea Martella, Michele Mognato, Sara Moretto, Delia Murer e Davide Zoggia, in merito agli arresti effettuati oggi in Veneto nell’ambito dell’inchiesta sul Mose.

Dura Laura Puppato, senatrice del Pd: “Dall’inchiesta sul Mose viene fuori la parte peggiore della politica. Quello che ho sempre contestato, fin da quando ero capogruppo Pd nel consiglio regionale Veneto, è che per i lavori in Italia si sia sempre agito o in emergenza o, come con la legge obiettivo, in deroga alle normative, creando un’area opaca in cui venivano a mancare trasparenza e garanzie e in cui potevano purtroppo proliferare meglio corruzione e infiltrazioni di ogni tipo. Questa è la vecchia guardia, noi con Renzi stiamo voltando pagina da tutto questo”.

Pd veneto - ’’Siamo di fronte a una pagina nera della politica veneta. I fatti contestati sono gravi e minano profondamente la fiducia dei cittadini, peraltro già compromessa; coinvolgono esponenti politici, dirigenti pubblici regionali e statali, alti gradi delle forze dell’ordine e soggetti del mondo economico’’. Il Pd regionale si dichiara “allarmato per l’effetto di delegittimazione che gli esiti dell’inchiesta hanno sulla classe politica e sulle istituzioni venete” e chiede “un radicale cambio di passo’’ nella gestione delle grandi opere e nei vertici istituzionali della Regione”

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