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Luttwak: "A Washington solo show di gente arrabbiata, Trump ha sbagliato"

07 gennaio 2021 | 16.50
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Quello al quale si è assistito ieri a Washington è stato "uno show di gente arrabbiata", utile per "rilasciare energie pericolose" che si erano accumulate, ma non ha avuto e non avrà conseguenze sulla democrazia americana. E' il commento, come spesso accade controcorrente, di Edward Luttwak, il politologo ed economista Usa, che parlando con l'Adnkronos getta uno sguardo disincantato sull'assalto dei manifestanti pro Trump a Capitol Hill.

"Ci sono le immagini e poi c'è la realtà", spiega. E la realtà è quella del cuore della finanza Usa e mondiale, Wall Street, dove "non hanno reagito come ad una crisi, perché hanno capito che questa era una maniera per rilasciare energie pericolose e di farle esprimere e poi la gente se ne sarebbe andata a casa". Quanto al comportamento di Donald Trump, Luttwak non assolve certo il presidente dalle sue responsabilità: "Quando ha mandato i suoi soliti tweet per gettare acqua sul fuoco che lui stesso aveva iniziato, dicendo, 'state calmi, tornate a casa', era già troppo tardi".

Eppure, la colpa maggiore che Luttwak attribuisce a Trump è quella di non avere imparato dalla storia. Il precedente citato dal politologo Usa è quello delle elezioni del 1960, che opposero il vicepresidente repubblicano uscente, Richard Nixon, e John Fitzgerald Kennedy. "Trump doveva seguire l'esempio di Nixon", che pur sapendo di aver perso per i brogli messi in campo dai Democratici a Chicago e nel Texas, "si è rifiutato di organizzare qualsiasi protesta e azione legale", per poi diventare finalmente presidente nel 1969, "perché aveva una grande popolarità".

Trump, quindi, avrebbe potuto tentare la carta della rielezione tra quattro anni, sulla spinta del grande consenso personale di cui gode (75 milioni di voti), ma ignorando il precedente di Nixon, "ha deciso di agire sulle informazioni di brogli elettorali che gli arrivavano, che forse erano vere, ma non sufficienti". Perché, sottolinea Luttwak, "se le frodi contro Nixon, di cui tutti erano a conoscenza, avevano cambiato il risultato, dubito che le eventuali frodi contro Trump abbiano cambiato il risultato delle elezioni".

In quanto accaduto mercoledì a Washington, nelle scene che lo stesso ex presidente repubblicano George W Bush ha definito da 'Repubblica delle banane', Luttwak coglie comunque un aspetto positivo. "Se fosse successo in Russia o in Cina, avremmo avuto 5mila morti e 10mila arresti. E' stata una specie di show - ripete - la gente arrabbiata è andata lì, ha urlato un po', e poi è tornata alle proprie famiglie e al proprio lavoro".

Rimangono i quattro morti causati dai disordini e il deficit di sicurezza dimostrato dalle forze dell'ordine. "La sicurezza si è fatta travolgere per il fatto che la folla distruggeva edifici, negozi e non uccideva persone. Se tu hai una folla che non uccide - sostiene Luttwak - non puoi aprire il fuoco e se non lo fai non puoi controllare un folla di quelle dimensioni. Solo in Cina o in Russia si può dare ordine alla polizia di sparare sulla gente disarmata".

Qual è ora il futuro per l'America, come si rimarginano le divisioni e le ferite esposte ieri, come se ne esce? "Non se ne esce, ne siamo già usciti. Il 20 gennaio ci sarà l'inaugurazione, inizierà la presidenza Biden e non succederà un bel niente", è convinto Luttwak. Anche perché, "i Democratici, non avendo una maggioranza chiara, dovranno essere molto moderati in quello che vorranno fare. La loro 'agenda progressista' è morta e sepolta, altrimenti Wall Street sarebbe crollata". E invece Wall Street è cresciuta, anche nelle ore peggiori dei disordini di Washington, "perché hanno capito che questa sarà un'amministrazione di grande serenità, approverà solamente le leggi che avranno anche il consenso dei Repubblicani".

(di Marco Liconti)

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