"Io ho visto in queste 4 persone, sistematicamente, da mesi, e in modo organizzato la logica del dolo, la malafede, il sabotaggio di tutte le grandissime battaglie che abbiamo portato avanti come gruppo". Lo scrive su Facebook il fedelissimo Alessandro Di Battista, uno dei voti più noti del M5S.
"Ogni qual volta avevamo un successo da comunicare - lamenta il grillino - usciva, sistematicamente una dichiarazione di uno dei 4 pronta a coprire il messaggio del gruppo. Ogni qual volta serviva lanciarsi e buttare il cuore al di là dell'ostacolo (molte battaglie le abbiamo iniziate senza sapere come sarebbero finite, senza nemmeno immaginare le conseguenze agli occhi dell'opinione pubblica, vedi art.138) c'era sempre uno dei 4 che si trasformava in 'zavorra professionale', una zavorra che puntava all'immobilismo. E per un Movimento restare fermi è la morte assoluta".
"Anche io sono un dissidente - scrive poi Di Battista - non l'ho pensata come Grillo sul reato di clandestinità e infatti ho votato per la sua abolizione, io, come tutti i miei colleghi critico in assemblea una posizione, un modo di vedere, un'idea. Io voto, io vinco e io perdo. Ma quando perdo so che la decisone dell'assemblea è sacra in quanto frutto di un vero processo decisionale, frutto dell'intelligenza collettiva, non di diktat di berlusconiana o debenedettiana matrice. Mi spiego? Siamo in guerra, una guerra democratica, fatta di informazione, partecipazione, amore per la politica. Ma di guerra si tratta".