"Mi sono sentita tradita nella prospettiva del fare. Accettai l’invito, ripeto l’invito, del Movimento 5 Stelle a candidarmi in virtù del mio operato precedente in ambito di politiche familiari. Quando però viene operata una scelta completamente opposta, con l’80% dei parlamentari tutti ‘uninominali’, si capisce che i ‘voltagabbana’ non sono quelli che scelgono di uscire dal Movimento, come me, ma chi non mantiene le promesse fatte". Lo afferma la senatrice di Fratelli d’Italia, Tiziana Drago che intervistata dall’AdnKronos a poco più di un mese dal suo ‘approdo’ in FdI, riconosce invece a Giorgia Meloni "più coerenza. E’ l’unica donna leader di un partito politico - dice- sia in Italia che in Europa".
In merito a Beppe Grillo e alla vicenda che vede coinvolto il figlio Ciro, Tiziana Drago evidenzia come il comico genovese e fondatore del M5S abbia "fornito ulteriori dati a discapito di suo figlio e ciò denota che all’interno del loro nucleo familiare ci sia una visione della vita, e della relazione uomo-donna, assolutamente discutibile. Il tutto detto da lui che ha fondato il Movimento nel quale ho creduto tanto e dove si parlava di parità di genere beh, onestamente, lo trovo molto deludente".
Per Tiziana Drago, in generale, "i principi di fondo del M5S non possono non essere condivisibili come, in fondo, i programmi elettorali di tutti i partiti. Penso però vi sia carenza valoriale in corso, una rabbia sociale una esigenza di riscatto che posso comprendere. Ma l’invidia e l’accanimento non sono gli ingredienti utili per raggiungere gli obiettivi della res-pubblica che in se racchiude tantissimo...".
Spostando infine l’attenzione sulle politiche dell’esecutivo Draghi e delle polemiche emerse in merito alla ‘quota parte’ di risorse del Recovery plan destinate al mezzogiorno, Drago, che ieri sera ha partecipato a Catania al flash mob di Fratelli d’Italia contro il coprifuoco in tema di contrasto al Covid, dice che "in realtà pare che il 40% dei fondi sono stati destinati al sud ma se andiamo a vedere le ‘voci’, non sono quote ingenti ed intervengono a completamento di opere già cominciate". "Il non inserimento nel Ricovery Plan del Ponte sullo stretto - conclude Drago- ritengo sia una mancanza non di poco conto considerando tutta quella fase propedeutica portata avanti dall’Europa".
(di Francesco Bianco)