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M5S, grana gruppi per Conte: "Facciamo la fine di Sel"

13 ottobre 2021 | 19.13
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Grillo atteso a Roma

(Afp)
(Afp)

Il nodo ballottaggio a Roma; il rischio di nuovi addii tra Camera e Senato e lo spettro delle correnti interne; il fantasma di Beppe Grillo che aleggia su Roma. Sono ore calde per il Movimento 5 Stelle e per il leader Giuseppe Conte, che ieri sera a 'Di Martedì' ha espresso la sua intenzione di voto a sostegno del candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri in vista del secondo turno alle amministrative nella Capitale. Nel partito però finisce sotto accusa la linea dei vertici, troppo 'filo-dem' secondo i malpancisti. "L'appiattimento sul Pd? Non sono timori, mi sembra sia una cosa abbastanza palese", attacca l'ex ministra della Salute Giulia Grillo in un colloquio con l'Adnkronos.

Per la deputata catanese "ci vuole più iniziativa politica, come ha fatto Beppe Grillo ieri (proponendo i tamponi gratuiti per i lavoratori non vaccinati, ndr). Mostrare un'idea un po' diversa da quelle degli altri non mi sembra una cosa fuori dal mondo, anzi". Grillo denuncia una "latitanza politica" e boccia i risultati ottenuti dal M5S alle ultime elezioni locali: "Checché se ne dica, non sono incoraggianti", l'analisi dell'ex ministra. Una replica (indiretta) alle parole dell'ex premier che all'indomani delle elezioni ha parlato di "segnali molto incoraggianti". Le parole in chiaro dell'ex titolare della Salute si sommano alle chat interne e ai conciliaboli (più o meno) segreti di questi giorni, dove trovano sfogo le preoccupazioni di chi denuncia un ruolo troppo ancillare del Movimento nei confronti del Partito democratico di Enrico Letta: "Rischiamo di fare la fine di Sel", l'allarme lanciato da un deputato alla seconda legislatura.

"Conte - riflette un ex sottosegretario - è molto popolare presso l'elettorato di centrosinistra, ma di fronte a un M5S sbiadito gli elettori dem sceglieranno sempre il Pd. Le piazze si riempiono, ma le urne restano vuote...". Ieri, tra l'altro, Conte ha dovuto sedare una piccola rivolta che stava scoppiando in seno al gruppo alla Camera. Ad alcuni deputati campani non è andato giù il colloquio "sincero e costruttivo" avviato dal senatore Agostino Santillo con il sindaco di Caserta Carlo Marino in vista del ballottaggio. "In accordo col presidente Conte vogliamo chiarire che l'incontro del senatore Santillo con Marino non è un apparentamento (alleanza) con il sindaco uscente, bensì è stata una semplice interlocuzione basata su temi cari al Movimento", rimarcano in una nota congiunta i deputati casertani Marianna Iorio, Margherita del Sesto, Antonio del Monaco e Nicola Grimaldi. Parlamentari che, stando ad alcuni rumors non confermati dai diretti interessati, avrebbero minacciato addirittura l'addio.

E intanto cresce l'attesa per le nomine della nuova segreteria targata Conte: dai vice ai membri del Consiglio nazionale, passando per la Scuola di formazione. Si prevede una partita quasi tutta al femminile: circolano da settimane i nomi della sottosegretaria al Mise Alessandra Todde (mal vista però da una cospicua fetta di parlamentari), della sindaca uscente torinese Chiara Appendino e dell'ex ministra Lucia Azzolina, così come quello della vicepresidente del Senato Paola Taverna, fedelissima contiana.

Figure che in un modo o nell'altro finiranno per scontentare frange della compagine parlamentare stellata: "Se Conte pensa di puntare su Vito Crimi o Taverna per il nuovo corso, è chiaro che i gruppi non li tiene più". I timori per la tenuta dei gruppi sono condivisi anche dal garante Beppe Grillo, che - come scrive il 'Corriere della Sera' - potrebbe presto fare capolino a Roma per serrare i ranghi. "Beppe verrà, ma non prima della prossima settimana. Poi si sa, lui è imprevedibile...", dice un senatore di lungo corso molto vicino a Grillo.

Sempre la settimana prossima Conte potrebbe partecipare alla riunione chiesta dalla sindaca di Roma Virginia Raggi con i deputati e senatori romani: incontro che si sarebbe dovuto tenere martedì ma che alla fine è stato rimandato a causa dei lavori d'Aula. Le mosse della prima cittadina uscente sono sotto i riflettori: "Non voglio creare nessuna corrente, si tratta solo di riorganizzare il lavoro su Roma", giura Raggi. "Ma è evidente - osserva una fonte di primo piano - che con un M5S troppo schiacciato sul Pd, molti elettori e militanti delusi finiranno per rivolgere il loro sguardo a Virginia". (di Antonio Atte)

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