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M5S, guerra a Casaleggio: "Non sei Zuckerberg, stop soldi a Rousseau"

24 novembre 2020 | 16.16
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(Fotogramma)
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"Ora Casaleggio pensa di essere Mark Zuckerberg...". Il Movimento 5 Stelle e la piattaforma Rousseau sono due mondi sempre più distanti. E la trattativa sul futuro della gestione della piattaforma web grillina, ora nelle mani di Davide Casaleggio, va avanti tra i veleni. L'ultimo casus belli è la presentazione del piano 2020-21 di Rousseau: complici i mancati versamenti dei parlamentari che ammonterebbero a 175mila euro, Rousseau ha dovuto lanciare una nuova campagna di autofinanziamento annunciando alcune novità.

Tra queste, il tasto 'mi fido' - simile al pulsante 'mi piace' di Facebook - grazie al quale ciascun attivista può farsi garante della affidabilità altrui davanti alla comunità M5S. Una trovata che ha fatto inviperire i parlamentari grillini e dalla quale i vertici 5 Stelle si sono dissociati: il capo politico ha preso le distanze sia pubblicamente, parlando di iniziativa "non concordata", che in privato, nelle conversazioni di queste ore con i senatori.

La frattura ora è difficilmente ricomponibile. E dagli eletti, secondo quanto apprende l'Adnkronos, è già partito il pressing nei confronti dei vertici per chiudere subito, prima di qualsiasi accordo, il rubinetto dei fondi a Rousseau. E' quanto chiedono per esempio i deputati Patrizia Terzoni, Gabriele Lorenzoni e Yana Ehm. "I 300 euro destinati a Rousseau vogliamo versarli su un conto corrente del Movimento da oggi in poi", "basta dare soldi a un'associazione che prende decisioni che ci riguardano senza il nostro consenso", "Rousseau è un corpo ormai completamente estraneo", attaccano gli eletti grillini nelle chat.

Il timore, poi, è che la nuova funzione di Rousseau finisca per "favorire il sistema delle correnti" e in particolare "quella che fa capo ad Alessandro Di Battista", molto popolare tra gli iscritti M5S. Infatti al momento l'ex deputato romano ha totalizzato più 'mi fido' di altri big del Movimento: hanno votato per 'Dibba', tra gli altri, l'ex socio di Rousseau Massimo Bugani e i deputati Davide Aiello, Davide Zanichelli, Francesco Berti. Sono andati a Casaleggio i 'mi fido' di Bugani, Berti, Enrica Sabatini e del sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo. Nella 'classifica' virtuale restano per ora distanti da Di Battista figure di spicco come Luigi Di Maio, Paola Taverna, Roberto Fico e lo stesso Crimi.

Un accordo tra Rousseau e il M5S, comunque, andrà trovato alla svelta. Di questo sono convinti sia Casaleggio che Crimi. Prima però bisogna individuare una formula per sancire la nuova collaborazione: "I rapporti con il gestore della piattaforma devono essere regolati da apposito contratto di servizio o accordo di partnership che definisca i servizi delegati, ruoli, doveri reciproci", si legge nel documento di sintesi degli Stati generali che sarà votato dagli iscritti e dove il nome di Rousseau non compare mai.

Altro tema su cui la base dovrà esprimersi è la composizione del futuro organo collegiale, che come ha spiegato oggi Crimi in una intervista al 'Fatto quotidiano' sarà formato da 5 membri e vedrà la luce entro la fine dell'anno. (di Antonio Atte)

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