Acque agitate nel M5S Camera. Dopo lo stop al capo comunicazione M5S Ilaria Loquenzi (bocciata nell'assemblea di ieri in tarda serata), i deputati, direttorio compreso, temono la reazione di Casaleggio. Chi lo ha sentito nelle ultime ore lo descrive furente. E a pagare, racconta qualche ben informato, potrebbero essere i 26 che hanno votato contro Loquenzi, blindata nelle settimane scorse dal guru in persona.
Ci si interroga sulle prossime mosse, che arriveranno via blog, e che potrebbero anche non essere immediate, ma giungere nei giorni a venire. "Sta sbollendo la rabbia", ipotizza un deputato. Mentre qualcuno va giù duro: "la vendetta si consuma fredda, Casaleggio ci tiene sui carboni ardenti". Ma a rispondere del 'siluramento' di Loquenzi, con ogni probabilità, non saranno tutti i deputati contrari alla sua conferma. Solo coloro che hanno richiesto e caldeggiato il voto dell'assemblea, la capogruppo Francesca Businarolo e il presidente Federico D'Incà in primis.
Lo statuto degli eletti M5S, il cosiddetto 'non statuto', al riguardo parla chiaro: sulla comunicazione di Camera e Senato decide lo staff di Grillo, quindi la Casaleggio associati. Il cofondatore del Movimento potrebbe dunque appellarsi anche alle regole dei 5 Stelle. Per ora l'unica certezza è che nel gruppo si respira allarmismo e preoccupazione. Oltre a posizioni distanti.
"Se avessimo dovuto votare un aumento o una riduzione di stipendio - dice un deputato - allora ok, ma sui nomi non sta a noi decidere. E poi, che esperienza abbiamo nel campo della comunicazione per poter esprimere un giudizio? Quello di ieri è stato un voto politico".
Eppure c'è chi, tra i 26 contrari, assicura di aver compiuto nient'altro che una scelta di merito. "Loquenzi? Nulla di personale - ammette candidamente Andrea Colletti, uno dei 'duri e puri' del Movimento - per me non era all'altezza del ruolo, solo per questo ho votato contro e lo rifarei".
Di voti sullo staff della comunicazione, in realtà, in passato ce ne sono stati eccome. Non ultimo, quello che ha mandato a casa quasi l'intero gruppo comunicazione di Bruxelles capitanato da Claudio Messora. Ma, in quel caso, viene fatto notare che Casaleggio e Grillo erano d'accordo, ormai ai ferri corti con il blogger spedito dal Senato in Europa. Stavolta le cose stanno diversamente, Loquenzi era ben vista dai vertici e difesa a spada tratta nelle ultime settimane.
Ma a creare malumori contro di lei e, più in generale, verso lo staff della comunicazione è soprattutto la visibilità più accentuata di alcuni a presunto danno di altri, viene spiegato. "Essendo un Movimento non strutturato - chiarisce una autorevole fonte parlamentare - chi vuole restare disperatamente cerca di darsi da fare per guadagnare visibilità". Anche in tv, da sempre croce e delizia del M5S.
Eppure la settimana scorsa la comunicazione, in un incontro con i deputati, aveva presentato numeri e risultati ottenuti negli ultimi mesi, tra gli applausi e il consenso dei presenti. Poi ieri, in tarda serata, la doccia fredda, anche se per molti, Casaleggio in testa, lo stop a Loquenzi era nell'aria. Tant'è che ieri il guru M5S aveva chiamato di continuo Roma per assicurarsi che tutto filasse liscio.
Nei palazzi capitolini, in queste ore, si ipotizza qualsiasi cosa. Addirittura c'è chi teme che Casaleggio lasci, mollando il Movimento al suo destino. Un'ipotesi peregrina, ma paventata da alcuni. "Tutto o niente sono le due possibilità", spiega all'Adnkronos chi ha avuto contatti con Casaleggio nelle ultime ore. Ieri il direttorio, viene riferito, ha fatto le ore piccole, in fibrillazione per l''incidente' Loquenzi. E c'è chi intanto, tra i deputati, prova a sdrammatizzare: "Casaleggio? L'hanno legato e imbavagliato per farlo stare buono. Naturalmente le password del blog le hanno cambiate".
