Quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella 'bocciò' il nome di Paolo Savona come ministro dell'Economia del nascente governo gialloverde, Giuseppe Conte "si mostrò leale, mantenne la linea pattuita e rimise il mandato. Se ne andò via dal Quirinale in taxi. A quei tempi Giuseppe si muoveva sempre in taxi. Mi raggiunse a casa di Pietro Dettori, dove era praticamente riunito tutto lo stato maggiore del Movimento, e ci aggiornò sulla situazione: uno stallo, un altro stallo apparentemente irrisolvibile". Lo racconta Luigi Di Maio nel suo libro, "Un amore chiamato politica", edito da Piemme. "A proposito di Pietro Dettori: fu lui - rivela il ministro degli Esteri - a coniare la definizione di 'avvocato del popolo' per Giuseppe Conte".