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M5S nel Lazio si spacca, nasce chat dissidenti 'Mai col Pd'

11 ottobre 2019 | 13.24
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Roberta Lanzara
"L’accordo Pd-M5s c’è. E sul tavolo c’è la presidenza del Consiglio regionale. E' questione di pochi giorni, sarà esplicitato probabilmente subito dopo il voto in Umbria (il 27 ottobre, ndr)". Lo fanno sapere all'Adnkronos fonti interne a M5s, che, parlando di una possibile alleanza Pd-5S in consiglio regionale del Lazio, riferiscono anche di una spaccatura a metà del Movimento alla Pisana ("cinque contro cinque") e della nascita ‘ufficiale’ di due correnti interne, una pro-Pd e una anti, riunita, quest'ultima, in una chat creata oggi e dal nome esplicativo ‘Mai col Pd Lazio’ che l'Adnkronos in parte ha potuto visionare.

Due schieramenti interni al M5S Lazio, apparentemente ‘schierati’ anche nel ‘genere’: quattro uomini guidati da una donna, Roberta Lombardi, per i filo-Pd e quattro donne guidate da un uomo, Davide Barillari, per gli anti-dem. "Ieri c’è stata una riunione finalizzata alla seconda votazione per il capogruppo Cinque stelle - fa sapere la fonte - e la Lombardi, facendo valere un principio di voto doppio stabilito nel regolamento della nostra Associazione consiliare, è riuscita a mantenere ancora la poltrona dopo 18 mesi. Ha agito forzando il codice etico grillino che prevede una rotazione degli incarichi, motivo già difficile da spiegare esternamente".

In realtà, mantenere la Lombardi capogruppo rappresenterebbe una garanzia in vista della chiusura dell’accordo con il Pd, ragionano le stesse fonti, e della conseguente 'presa’ della presidenza del Consiglio da parte dei M5S, visto che l'ipotesi di prendere un assessorato al momento "non è più sul tavolo". Sembra che "con gli assessorati il gioco non valga la candela. Forse perché quelli disponibili sono di poco peso e renderebbero ingiustificabile agli attivisti un ingresso in Giunta?", si chiedono gli antagonisti.

"La proposta della presidenza del Consiglio è reale, concreta. Ma non sarà la Lombardi a conquistarla. Probabilmente Porrello. Ieri non si è parlato del nome ma del ruolo, ovvero del prendere la presidenza", si legge nella chat dei dissidenti, dove si sostiene anche che Lombardi abbia esplicitato i motivi che sottostanno alla proposta: "tenuta di Zingaretti in caso di mozione di sfiducia, così loro (riferito ai 5s pro Lombardi, ndr) non hanno nemmeno bisogno di astenersi o votare contro per palesare l’accordo perché tanto c’è il presidente; e le nomine, che passano dalla presidenza del consiglio". Quando si giocherà la partita? "Probabilmente si farà dopo l’Umbria".

"Ma se in Umbria non vincesse il candidato Pd-5s salterebbe anche la trattativa per la presidenza qui da noi...non sarebbe più giustificata?", domanda un membro della chat. "No, qui è legata alla tenuta di Zingaretti in regione", risponde un dissidente. "Esatto, qui la faranno a prescindere", conferma un altro.

Scelte che sanno più di "ambizione personale - commenta la fonte del gruppo M5s - Volendo scegliere sarebbero preferibili assessorati di peso, che a quanto pare non sono più sul tavolo. Zingaretti vuole mettere in sicurezza il consiglio regionale, non può saltargli il consiglio - commenta la fonte - Lui sa di avere due voti in meno che gli garantivano il patto d’aula (Cavallari e Cangemi) e deve trovare la garanzia che solo i 5S possono dargli. E cinque voti del M5S garantiscono la maggioranza. Per questo deve darci qualcosa in cambio".

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