"Non siamo contrari alla delocalizzazione della distilleria Bertolino da Partinico, ma alle modalità usate con molte lacune. Si tratta di un impianto a rischio incidenti". E' la denuncia del M5S all'Assemblea regionale siciliana che si oppone alla delocalizzazione della distilleria Bertolino di Partinico in un'area al confine tra Alcamo e Balestrate, nel trapanese. La decisione è stata presa dal Consiglio comunale di Partinico che ha approvato la variante urbanistica propedeutica al trasferimento della distilleria da viale dei Platani alla contrada Bosco Falconara. La delocalizzazione dell'industria Bertolino e l'approvazione della variante urbanistica sono frutto di un protocollo d'intesa siglato tra il comune di Partinico e l'industria Bertolino in data 09 aprile 2013, finalizzato a 'superare gli effetti ambientali e i danni sanitari ai cittadini di Partinico'.
"Ci sono state molte lacune autorizzative - spiega la deputata Valentina Palmeri - Noi siamo contrari soprattutto al luogo che si vuole identificare come nuovo sito. La spinta del M5S a occuparsi della delocalizzazione è venuta dai cittadini, questa preoccupazione è venuta dal territorio, soprattutto dalle attività imprenditoriali sorte nel nuovo sito dove dovrebbe sorgere la distilleria, in Contrada Bosco Falconeria. Sono fiorite attività imprenditoriali e nati nuovi posti di lavoro nella ristorazione, fattorie, agriturismi".
Oggi è stato ascoltato il dirigente regionale Salvatore Giglione. "Questo è un modo miope di risolvere le cose da parte della Regione che oggi ha risposto in Commissione Ambiente in modo sconclusionato", accusa Palmeri. E il deputato Giampiero Trizzino rincara la dose: "Il M5S non è contrario a delocalizzare l'impianto, la struttura sorge in un centro abitato, le motivazioni che hanno spinto i comitati a delocalizzare nasce da questo - dice -Il problema è il metodo con cui è stato individuato una nuova localizzazione, lo strumento Vas (Valutazione ambientale di sicurezza) è stato disatteso e l'assessorato Teritorio e Ambiente ha dato esito negativo allo screening, attività per verificare se ci sono le possibilità di fare impianto".
E Aurelio Angelini, docente universitario, dice: "Siamo di fronte a un impianto a rischio incidente rilevante. La Regione doveva attivare la procedura di valutazione strategica al fine di valutare le interferenze per la salute e gli animali che una scelta di modifica di piano va a ingenerare". E spiega: "La Regione ha il compito istituzionale di intervenire. Siamo di fronte a una delibera fatta in maniera molto grossolana con una Regione che non si assume le proprie responsabilità".