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M5S, ultimatum dei big a Conte: "Se blindi i 2 mandati il partito te lo fai da solo"

27 marzo 2021 | 16.45
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Tensioni dopo la mossa di Grillo. Nasce area presidenti Commissioni: "Vogliamo incidere"

(Fotogramma)
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Benvenuti in Vietnam. Le parole di Beppe Grillo sulla regola dei due mandati, blindata dal garante pentastellato in quanto "pilastro" del M5S, hanno scatenato un terremoto all'interno del Movimento 5 Stelle. Sul piede di guerra molti big pentastellati al secondo mandato, che speravano in una deroga al regolamento per non interrompere anzitempo la loro carriera politica. E che ora minacciano di fare la rivoluzione qualora Giuseppe Conte dovesse confermare il 'diktat' di Grillo.

In alcune chat e nei 'caminetti' riservati cresce il malcontento di ora in ora. Autorevoli fonti pentastellate, conversando con l'Adnkronos, lanciano un messaggio al leader in pectore del Movimento: "La scelta di Grillo", spiegano, "espone Conte al fuoco incrociato. Adesso o Conte smentisce Grillo o avrà contro i parlamentari al secondo mandato per due anni". Insomma: l'ex premier non è stato ancora incoronato come 'capo' ma deve già fronteggiare il possibile ammutinamento dei pezzi da novanta del M5S, che ora minacciano di chiudere i rubinetti del finanziamento sulla scia di quanto già accaduto con la piattaforma Rousseau. "Blindare i 2 mandati ora - ragiona un big pentastellato - è una scelta suicida: si tratta in pratica di mandare al macero chi dovrebbe sovvenzionare il 'nuovo' Movimento. Se Conte avalla la scelta di Grillo, il partito se lo fa da solo".

Mentre Conte e 'l'elevato' Grillo provano a comporre "amichevolmente" la frattura con l'Associazione Rousseau di Davide Casaleggio, il M5S sta infatti creando le condizioni per raggiungere una propria autonomia finanziaria: il tesoriere Claudio Cominardi ha aperto un conto corrente, dove confluiranno i versamenti dei parlamentari (nei giorni scorsi si è parlato di 3mila euro a testa) per sostenere il progetto rifondativo di Conte. Ma la bomba sganciata da Grillo in assemblea rischia di complicare maledettamente i piani dell'avvocato del popolo.

Nel frattempo deputati e senatori iniziano a contarsi, dando vita ad associazioni e gruppi tematici: l'obiettivo è per acquisire potere contrattuale in vista dell'approdo di Conte alla guida dal M5S. E' il caso di 'Italia Più 2050' (promossa, tra gli altri, dai sottosegretari Dalila Nesci e Carlo Sibilia) e del neonato gruppo 'Innovare', attorno al quale gravitano per lo più eletti alla prima legislatura vicini a Rousseau, contrari all'abolizione del tetto dei 2 mandati. Ma non si tratta delle uniche iniziative in campo.

"Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club". Chissà se quei parlamentari 5 Stelle che, in via riservata, da settimane seguitano a riunirsi su Zoom per "fare rete" si ispirano al romanzo di Chuck Palahniuk o all'omonimo film di David Fincher quando gli viene chiesto delle loro riunioni 'carbonare'. A quanto apprende l'Adnkronos, nel nuovo M5S balcanizzato che ha 'scoperto' le correnti, infatti, prende corpo una nuova area che per ora lavora a fari spenti: una maggioranza silenziosa, "trasversale e ibrida".

Un nutrito gruppo di parlamentari che punta a essere determinante in Parlamento e a influenzare le politiche del Movimento, nonché i rapporti col governo. In prima linea ci sono alcuni presidenti di Commissione, come Filippo Gallinella e Gianluca Rizzo. Ma l'area è vasta e comprende, tra gli altri, Tiziana Ciprini, Giuseppe Chiazzese, Luciano Cillis: all'ultima riunione hanno partecipato anche alcuni ex esponenti di governo come Giuseppe L'Abbate, Angelo Tofalo, Giulia Grillo ed Emanuela Del Re.

Nel frattempo Conte continua a tessere la tela del 'suo' Movimento. Secondo quanto viene riferito da fonti grilline, l'ex inquilino di Palazzo Chigi vorrebbe costruire un partito 'scalabile', con referenti territoriali, guardando ai Verdi Europei e dando grande risalto al tema della formazione (nei progetti del leader in pectore ci sarebbe anche una "scuola politica").

Molti sono però gli ostacoli sul cammino di Conte: uno si chiama Rousseau, l'altro è rappresentato proprio dal tema dei 2 mandati. Grillo è stato chiaro: "Questo pilastro non si tocca". Ma il garante ha anche assicurato che "gli eletti che finiscono il secondo mandato non saranno abbandonati". Per questo si ragiona su un compromesso e su regole più morbide, come lo stop al divieto di candidarsi per altri incarichi se il mandato non è ancora terminato. Per ora si tratta solo di ipotesi. Intanto la guerra interna è iniziata.

(di Antonio Atte)

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