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"Ma quale servizio taxi, noi contiamo i morti ogni giorno", le Ong al Senato

05 maggio 2017 | 13.49
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Ieri sera una nostra imbarcazione, la Prudence, è rientrata con dei morti a bordo, quasi tutte donne. Un altro cadavere, colpito da arma da fuoco, probabilmente da un trafficante, era sulla Moas. Questa è l'immagine che si contrappone a tutti quelli che vogliono pensare che noi stiamo facendo un servizio di taxi e a tutti quelli che credono che le Ong siano un fattore da attrazione". Lo ha detto Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere al convegno 'La grande bugia delle navi-taxi. Le Ong e il soccorso in mare' al Senato.

"Siamo colpiti da una montagna di immondizia e le Ong - insieme al mondo della solidarietà in generale - ne stanno facendo le spese", aggiunge De Filippi, a giudizio del quale "uno dei problemi per cui le Ong siano finite sul banco degli imputati è l'incapacità, l'impossibilità per l'Italia di fare accoglienza". Le Ong, accusa, sono indifese: "pochi i politici che si espongono per difenderle, dal momento che oggi parlare in difesa della solidarietà vuol dire perdere consensi".

"Dall'inizio di quest'anno sono morte affogate 1.000 persone, bambini, donne, intere famiglie. Questo è quello che sta succedendo nel Mar Mediterraneo", dice a sua volta Raffaela Milano di Save the Children, che ritiene "preoccupante" come "il dibattito sulle politiche migratorie si sia spostato sul soccorso, un dovere che non dovrebbe contemplare posizioni differenziate".

Secondo Raffaela Milano "ben vengano le indagini e la trasparenza, ma questo non significhi alimentare un clima di sospetto indifferenziato e continuo su una attività così indispensabile nel Mar Mediterraneo".

Un'altra immagine attuale di quanto sta accadendo a poche distanza dalle nostre coste in mare la dà, durante il convegno, Riccardo Gatti, direttore operativo della spagnola 'Proactiva Arms'. "Mentre noi stiamo parlando, nella zona Sar le nostre navi stanno soccorrendo 11 gommoni, ci potrebbero essere oltre 1.000 persone", rende noto Gatti lamentando che tanto chiasso sta ledendo l'immagine delle Ong. "Siamo ritenuti scomodi forse perché facciamo vedere la parte 'negra' della società", conclude.

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