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Il caso

Madre di Arisa "simulava in carrozzina, poi coltivava l'orto"

25 settembre 2019 | 18.17
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L'ordinanza di applicazione delle misure cautelari nell'inchiesta sui falsi invalidi coordinata dalla procura di Potenza: "Autonoma e capace di gestirsi, evidente simulazione". Ingiusto profitto di oltre 24mila euro. Le indagate intercettate

(Fotogramma)
(Fotogramma)

La madre di Arisa, Assunta Santarsiero, indagata nell'inchiesta sui falsi invalidi coordinata dalla procura di Potenza e condotta dalla Squadra Mobile, per essersi tra l'altro presentata in sedia a rotelle davanti al consulente tecnico per ottenere l'indennità di accompagnamento dall'Inps, è "perfettamente autonoma e capace di gestirsi in piena autonomia". E' quanto scrive il gip del Tribunale di Potenza Lucio Setola nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari sottolineando che Assunta Santarsiero "è stata fotografata, addirittura, mentre coltiva un appezzamento di terreno".

La signora Santarsiero, spiega l'ordinanza, "è stata oggetto di un servizio di Osservazione controllo e pedinamento eseguito dal personale della Squadra Mobile il 4 ottobre 2017" che ha fatto riscontrare come Santarsiero sia stata in grado di "uscire da casa da sola e di muoversi autonomamente, portandosi persino nel terreno adiacente alla sua abitazione per dedicarsi ai lavori dei campi senza aver bisogno di essere accudita da alcuno e senza documentare difficoltà deambulazione". La donna, spiega ancora l'ordinanza, avrebbe inoltre ricevuto "un ingiusto profitto quantificabile in 24.156,90 euro e un corrispondente danno per l'Inps", assegnatole dal Tribunale civile di Potenza, con sentenza numero del 1 luglio 2017, riconoscendo la "condizione di invalidità civile e il diritto ai relativi benefici economici (indennità di accompagnamento), che l'Inps erogava a far data dal mese di novembre 2015".

E ancora: in concorso con altre due persone (l'avvocato Anna Santarsiero e Annina Di Giacomo) la signora Santarsiero - per ottenere "il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento, fingendosi affetta da gravi patologie tali da renderla incapace di attendere autonomamente agli atti quotidiani della vita senza un'assistenza continuativa" -, "traeva in inganno il consulente che erroneamente formulava 'viene accompagnata dal marito e trasportata su carrozzina perché non in grado di camminare autonomamente". Inoltre, scrive il consulente, in base a quanto riportato nell'ordinanza, "al momento del nostro esame clinico si è dimostrata impossibilitata a provvedere ai suoi elementari bisogni e a svolgere gli atti quotidiani della vita senza assistenza".

In un altro passaggio il gip sottolinea "l'evidenza della simulazione" messa in atto "da Assunta Santarsiero". "L'evidenza della simulazione - scrive il gip - posta in essere da Assunta Santarsiero innanzi al consulente tecnico, e l'insieme dei dialoghi intercettati tra la Santarsiero Anna e la Di Giacomo dimostra come la prima si sia attivata per ingannare il Ctu nominato dal Giudice, riuscendo ad indurlo ad attestare fatti non conformi al vero".

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