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Madre Eufrasia Iaconis, dalla Calabria all'Argentina una vita al servizio degli altri

13 agosto 2016 | 14.28
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Madre Eufrasia Iaconis, dalla Calabria all'Argentina una vita al servizio degli altri

Una vita al servizio degli altri. Ricorrono quest'anno i 100 anni dalla morte di Madre Eufrasia Iaconis, fondatrice dell'Istituto delle Figlie dell'Immacolata Concezione di Buenos Aires. Per l'occasione in Argentina si sono svolte celebrazioni in ricordo di questa serva di Dio "la cui vita è stata un costante e generoso 'sì' alla Chiesa", come scrivono le suore sul sito dell'Istituto.

Nata il 18 novembre 1867 a Casino, attuale Castelsilano, paesino della provincia di Crotone, giunge nella capitale argentina all'età di 25 anni insieme a un gruppetto di suore con l'intento e il desiderio di fare del bene ai bisognosi: lavorare negli ospedali e poi costruire oratori, orfanotrofi e scuole, con l'attenzione per i più poveri. Negli anni fonda diverse comunità e apre un noviziato anche in Italia, a Milano. Colpita da un tumore, muore il 2 agosto 1916.

Per suor Eufrasia è in corso il processo di beatificazione. Fu lo stesso Papa Francesco che, da cardinale di Buenos Aires, conoscendo bene e apprezzando molto la suora calabrese, ne concluse il processo a livello diocesano che egli stesso aveva iniziato.

Alle celebrazioni di questi giorni a Buenos Aires c'era anche don Francesco De Simone, parroco di Castelsilano. "Sono cominciate il 2 agosto alle 17.30 con la Santa Messa in cattedrale - racconta il sacerdote all'Adnkronos - A presiederla è stato il cardinale Mario Aurelio Poli, che è un grande conoscitore di Madre Eufrasia. Vi hanno preso parte più di 20 sacerdoti provenienti da diverse località dove Madre Eufrasia è conosciuta e dove le suore dell'Istituto lavorano da parecchi anni - Messico, Cile, Brasile e diverse parti dell'Argentina - e c'è stata una grande partecipazione di gente".

Le celebrazioni sono proseguite il 3 quando "è avvenuto un fatto molto particolare - riferisce don Francesco - perché c'è stato un grande riconoscimento da parte dell'attuale governo argentino che ha dichiarato sito di interesse storico e culturale la cappella della Casa madre, una delle prime cose volute da Madre Eufrasia e un punto di riferimento per molti emigranti soprattutto italiani".

"Sono intervenute - aggiunge il sacerdote - anche importanti autorità e c'è stata la collocazione di una targa di marmo sul muro principale dell'entrata. Vi è scritto che la cappella è dichiarata sito di interesse culturale per l'apporto dato dalle suore ai figli degli emigranti".

E' seguito l'omaggio alla tomba di Madre Eufrasia che si trova all'interno della cappella dell'Istituto dell'Immacolata Concezione. Sulla tomba il parroco di Castelsilano ha deposto una targa opera del maestro orafo Michele Affidato. "Vi resterà per sempre - dice don Francesco - segno del legame della parrocchia di Castelsilano con l'amata compaesana che ha dato la vita per gli emigranti e gli ammalati".

Sulla targa, riferisce il sacerdote, si legge: "La comunità di Castelsilano e il suo parroco don Francesco De Simone con riconoscenza e gratitudine alla diletta e amata Madre Eufrasia Iaconis nel centenario della sua nascita in cielo". La parrocchia calabrese si è impegnata anche ad offrire ogni anno il contributo per far ardere una lampada sulla tomba di Madre Eufrasia.

Le iniziative per il centenario sono andate avanti, prosegue il racconto del parroco, con "un tour per la città di Buenos Aires che ha attraversato il luoghi dove suor Eufrasia ha vissuto e operato e al quale hanno partecipato tutte le delegazioni che venivano da fuori, mentre il 5 e il 6 sono stati dedicati ai convegni. Interessante è stata la visita al Museo dell'Emigrazione, il luogo dove venivano trattenuti almeno per 40 giorni tutti gli emigranti che venivano dall'Europa. Di là sono passati molti italiani, molti calabresi".

Secondo don Francesco ci sono buone prospettive che di qui a qualche tempo si possa parlare di beatificazione per suor Eufrasia. Durante le giornate di Buenos Aires "c'è stata la proiezione di un video che avevamo fatto in Vaticano nel mese di maggio dove parla il relatore, colui che conosce, segue e poi ha il dovere di presentare tutta la documentazione, tutta la parte storica e le testimonianze che riguardano il caso. Lui ha illustrato la situazione così come si trova attualmente e devo dire che ci sono buone possibilità che prima o poi si possa arrivare alla beatificazione. Prima di questo però deve arrivare il riconoscimento di 'venerabile', poi successivamente con l'esame di un miracolo si potrà parlare di beatificazione".

"Si è esaminata la cosiddetta Positio - spiega - Nel 2012, ero presente anch'io il 25 ottobre, sono stati presentati alla Congregazione delle cause dei santi tutti i documenti che sono stati raccolti, tutto il lavoro che aveva fatto anche Papa Francesco da cardinale a Buenos Aires. Lui aveva iniziato e concluso il processo diocesano". Quanto al miracolo, "si sta esaminando un caso sul quale viene mantenuto il massimo riserbo".

Il parroco di Castelsilano custodisce anche due foto che provano il legame di Bergoglio con Madre Eufrasia. Uno scatto mostra infatti il cardinale gesuita con suor Nora Antonelli, madre generale della Congregazione, e sullo sfondo il quadro di Madre Eufrasia (foto a lato). In un’altra foto, invece, si vede il futuro Papa mentre parla di Madre Eufrasia in un incontro dedicato alla suora.

Castelsilano ricorderà Madre Eufrasia il 16 agosto. Ci sarà l'arcivescovo di Crotone, mons. Domenico Graziani, "e io racconterò la mia esperienza anche a seguito dell'ultimo viaggio in Argentina - dice don Francesco - In questa occasione presenterò 'Una perla di montagna, Madre Eufrasia Iaconis', un libro da me curato, sulla sua vita e le sue opere illustrate attraverso una collezione filatelica. E' un’opera che riguarda anche la storia di Castelsilano".

Questa donna straordinaria, ma ancora prima sua zia, "perché il primo nucleo che è nato come congregazione è stato fondato da Maria Fabiano che era sua zia, operavano qui a Castelsilano. Già allora - ci tiene a sottolineare il sacerdote - queste ragazze che si radunavano per la preghiera erano anche coinvolte in attività imprenditoriali, perché lavoravano il telaio e la seta, e studiavano. Quindi studio, preghiera e lavoro".

Inusuale per l'epoca. "Siamo alla fine del 1800 e questa è una cosa che non tutti facevano. Non solo la zia dunque ma anche la nipote ha rivalutato molto il ruolo della donna e questo - rileva - è un aspetto molto importante a livello sociale per quei tempi".

Per non parlare poi "dell'attenzione per i più poveri e verso i bambini. Madre Eufrasia aveva un luogo dove raccoglieva circa 800 bambini, molti dei quali erano trovatelli".

"Le suore dell'Istituto hanno lavorato moltissimo e ancora continuano a lavorare negli ospedali. Erano delle infermiere specializzate e i medici di Buenos Aires facevano a gara per averle perché erano le più preparate. Addirittura, cosa che ho appreso ultimamente - rivela don Francesco - nessun medico operava se non c'era la presenza della suora che controllava. C'è una foto che illustra bene questo aspetto: si vedono i medici che operano, gli infermieri attorno e poi la suora che controlla tipo capotavola. Era un'autorità".

C'è poi "il discorso dell'amore fraterno, della carità, della preghiera e dell'aiuto morale che davano. C'è anche un museo dedicato a Madre Eufrasia a Buenos Aires, nella Casa madre, dove sono raccolte tante testimonianze sia di Madre Eufrasia sia del lavoro che hanno fatto le suore nell'ospedale".

Papa Francesco, riferisce il parroco di Castelsilano, "ha un ottimo rapporto con questa congregazione perché conosce molto bene Madre Eufrasia ed ha collaborato con loro in diverse occasioni. So con certezza che il 16 luglio di quest'anno ha detto chiaramente di augurarsi che le suore non lascino l'ospedale Pirovano, dove prestano servizio da più di 100 anni, oggi non più come infermiere ma nell'accoglienza, e che l'ospedale non lasci le suore. Cioè riconosce l'importanza preziosa della loro presenza lì”.

Le parole del Papa "una donna normale e forte" sono diventate il logo del centenario della morte di Madre Eufrasia. "E' una figura storica, importante dal punto di vista sociale e umano - sottolinea in conclusione il sacerdote - Io sono rimasto strabiliato nel vedere le suore che lavorano all'ospedale, nelle scuole o in una favela. Queste suore, diversamente da tanti altri istituti, si adattano ai bisogni della gente. Se in un posto bisogna curare gli anziani, curano gli anziani, se ci sono da curare i bambini, curano i bambini, lo stesso vale per gli ammalati".

Case sono presenti anche in Spagna e in Italia: una a Roma, una a Grottaferrata e una a Milano. Qui ogni anno si radunano i castelsilanesi. "La casa di Milano ha compiuto 100 anni nel 2013. Sono stato invitato e mi è venuta l'idea di invitare anche gli emigrati originari di Castelsilano che si trovano a Milano e dintorni. C'è stato così un primo incontro nel 2013, successivamente ho proposto un raduno annuale che quest'anno si è svolto a maggio. Ogni anno ci incontriamo ricordando Madre Eufrasia. E' un momento di amicizia, culturale e religioso - dice don Francesco - è un momento di gioia e di festa".

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