Sono centinaia i documenti e diverse le chiavette usb sequestrate dagli investigatori nello studio legale dell'avvocato Marcello Marcatajo, arrestato ieri nell'operazione antimafia 'Cicero' che ha portato in carcere nove persone, tra cui il noto legale civilista con studio nel 'salotto' della città. Gli uomini della Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Palermo, guidati dal colonnello Calogero Scibetta, hanno perquisito lo studio fino alla tarda serata di ieri alla ricerca di ogni documento o carta che potesse dare ulteriori impulsi all'inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo. I finanzieri hanno portato via interi scatoloni di documenti che vengono definiti dagli inquirenti "molto interessanti".
Dall'indagine svolta dai pm Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Roberto Tartaglia, coordinati dal Procuratore Franco Lo Voi e dall'aggiunto Vittorio Teresi, emerge che l'avvocato sarebbe stato per anni il 'salvadanaio' di un gruppo affiliato a Cosa nostra, i Graziano dell'Acquasanta. Nell’ordinanza di arresto il gip Lorenzo Jannelli scrive che Marcatajo "si è dimostrato in generale disponibile a porre in essere la sua attività professionale e personale in favore degli interessi illeciti dei Graziano". L’avvocato è accusato di intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza illecita perché avrebbe aiutato i Graziano, finiti in carcere sempre ieri, a nascondere i soldi e reinvestirli per farli tornare 'puliti', attraverso operazioni bancarie e attività di società di cui faceva il prestanome.
“Tutti questi signori hanno attinto e attingono da questa 'minna' (seno ndr) che è la mia, sia come denaro, sia come garanzie, sia come attendibilità”, diceva Marcello Marcatajo non sapendo di essere intercettato. Si è occupato di importanti affari immobiliari delle famiglie Galatolo e Graziano, da sempre legate con il potente clan mafioso dei Madonia di Resuttana.