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Mafia capitale, Gramazio al gip: "Non ho mai preso una lira"

06 giugno 2015 | 09.51
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I video delle intercettazioni

Mafia capitale, Gramazio al gip:

Proseguono gli interrogatori di garanzia degli arrestati nell'ambito della fase due dell'inchiesta 'Mafia capitale'. Dopo Regina Coeli, oggi è stata la volta di Rebibbia. Luca Gramazio, consigliere regionale di Forza Italia, ha risposto al gip. L'interrogatorio, ha riferito il suo avvocato, Giuseppe Valentino, lasciando il carcere, "è andato bene, ha risposto esaurientemente". "Non ho preso una lira" ha detto Luca Gramazio al giudice per le indagini preliminari che lo ha ascoltato per oltre due ore. Ha respinto le accuse a suo carico chiarendo la sua posizione e i suoi rapporti con le persone che sono state coinvolte nell'inchiesta.

Anche Franco Figurelli, ex consigliere comunale poi entrato nella segreteria di Coratti, ha risposto alle domande del gip. "Il mio assistito ha risposto perché assolutamente estraneo ai fatti", ha dichiarato il suo avvocato, Antonio Stellato. Il legale ha spiegato di aver presentato "istanza di revoca della carcerazione oppure gli arresti domiciliari".

Ha risposto inoltre nel corso dell'interrogatorio Claudio Bolla, anche lui arrestato nell'ambito della seconda fase dell'inchiesta su 'Mafia capitale'. "Il mio assistito ha chiarito tutte le posizioni che lo riguardano anzi, specificamente, ha chiarito le intercettazioni che lo riguardavano che erano attribuite a lui per la valutazione delle prove - ha detto il suo legale Filippo Monastero - Ho chiesto la revoca della misura cautelare". L'avvocato ha poi aggiunto: "Ci sono dichiarazioni fatte da terzi soggetti nei confronti del mio assistito che saranno oggetto di denuncia per diffamazione o calunnia perché hanno contribuito all'arresto, ma non sono fatti realmente accaduti".

Mentre Antonio Esposito "si è avvalso della facoltà di non rispondere - ha spiegato il suo legale, Lorenzo Contrada - A breve presenteremo le memorie, che sono tantissime pagine". Rispondendo alle domande dei cronisti, l'avvocato ha detto che sarà presentata istanza di revoca della carcerazione. "Pensiamo di avere tutti gli elementi per chiederla", ha sottolineato.

Ci sono anche 19 perquisizioni, nei confronti di persone e società, eseguite dai carabinieri del Ros nell'ambito della seconda fase dell'inchiesta. A quanto si apprende, i soggetti coinvolti nelle perquisizioni, tra cui cinque persone e 14 tra enti e cooperative, non risultano indagati.

Continuano intanto ad emergere dettagli dalle intercettazioni dei carabinieri del Ros. In una, contenuta nell'ordinanza firmata dal gip Flavia Costantini, Salvatore Buzzi riferisce a Francesco Ferrara, dirigente della cooperativa 'La Cascina', che, per accogliere le sue richieste, Massimo Caprari, consigliere comunale sospeso dopo l'arresto, si era rivolto a lui chiedendogli in cambio l'assunzione di tre persone.

"Te l'ho detto, Caprari è venuto da me. Voleva tre posti di lavoro", dice Buzzi. "Tre posti di lavoro? Cioè preferisco darglieli a uno che me costa di meno", risponde Ferrara. "Poi alla fine avemo concordato uno - aggiunge Buzzi - gli ho detto: 'Guarda, te lo chiamo, se non te lo piglio te lo chiamo'. Devo trovà il telefono e lo devo chiamare". "Tre posti de lavoro - risponde l'altro - cioè proprio....stanno...eh....tre posti de lavoro cioè so...quaranta...trentamila euro l'anno...ma che c...vuole?".

dal Campidoglio intanto interviene il vicesindaco e assessore al Personale di Roma Luigi Nieri che punta il dito contro "l'accanimento mediatico sui dirigenti e su tutto il personale capitolino cui assistiamo in questi giorni. Sono momenti delicati per l'amministrazione di Roma, ma francamente scaricare sui dirigenti amministrativi tutte le responsabilità di un meccanismo tanto disgustoso quanto articolato e contorto è sbagliato". "Da garantista - aggiunge - sempre e non a giorni alterni, sono altresì convinto che agitare fantasmi di provvedimenti speciali per punire, prima ancora che la giustizia abbia fatto il suo corso, chi si trova indagato sia scorretto. Per fortuna nel nostro sistema giudiziario esistono precise garanzie a tutela dei cittadini, presumendo sempre e comunque l'innocenza fino a prova contraria - continua Nieri - I dipendenti capitolini e i loro dirigenti sono stati abbandonati per anni senza alcun progetto di rilancio, né di formazione professionale. Invito tutti a mostrare un maggior rispetto nei confronti dei nostri dirigenti e dipendenti - conclude Nieri - Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma non si può fare di tutta l'erba un fascio. È un tiro al bersaglio che non condivido e che intendo respingere con forza".

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