Dopo l'omicidio dell'eurodeputato Salvo Lima, l'allora ministro Calogero Mannino temeva per la sua vita. Lo confesso' lo stesso Mannino al maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli: "Hanno ammazzato Lima, il prossimo potrei essere io", gli disse. A raccontarlo in aula, al processo per la trattativa tra Stato e mafia e' oggi il figlio del sottufficiale del Carabinieri, ucciso da Cosa nostra il 4 aprile del 1992 ad Agrigento. Una deposizione caratterizzata da molti 'non so' e 'non ricordo' del testimone. "Mio padre incontro Mannino due volte - racconta Riccardo Guazzelli - Una prima volta nel nel febbraio del 1992 quando mio padre fu convocato da Mannino nella sua segreteria a Roma. Mannino aveva subito degli atti intimidatori al seguito dei quali aveva voluto parlare con mio padre. Aveva ricevuto una corona di fiori. Mio padre era un profondo conoscitore del territorio quindi penso che Mannino lo volesse sentire per questo motivo. Per avere un suo parare, una sua opinione". In quell'occasione, Mannino avrebbe detto a Guazzelli: "Potrebbero uccidere o me o l'onorevole Lima".
Nel corso dell'udienza il pm Vittorio Teresi gli ha chiesto anche dei rapporti tra il padre, Giuliano Guazzelli e l'ex Procuratore di Agrigento, Vaiola. "Non erano rapporti particolarmente buoni dice Riccardo Guazzelli - Mio padre non aveva grande stima del procuratore Vaiola ma non ricordo perche. Ricordo che riecevette pressioni su un0informativa che mio padre aveva fatto sull'onorevole Reina".
Poi, Guazzelli ricorda anche che nel '91 il padre ebbe dei contatti con i Servizi segreti che gli chiesero se voleva entrare a fare parte degli 007. Ricordo che vennero delle persone da Roma per contattarlo, per vedere se cera la possibilita di farlo transitare ai Servizi. Non ricordo quando avvenne ma confermo quello che ho reso nel primo verbale del 94. Se ho detto che e' stato nel 91 sara vero. Evidentemente avevano avuto appuntamento con mio padre e lui dopo mi disse cheerano persone che erano venute da Roma". (segue)