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Mafia: inquirenti Bari, tentato omicidio fratello boss per scalzare clan

12 febbraio 2015 | 13.35
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Il tentato omicidio di Mario Dambrosio, fratello del defunto boss Bartolo, avvenuto il 31 luglio dell'anno scorso ad Altamura, in provincia di Bari, era finalizzato a lanciare un messaggio alla cittadinanza e agli ambienti criminali da parte di un clan emergente e giovane che voleva in questo modo manifestare la propria egemonia sul territorio e scalzare un clan storico, dominante per anni. Ne sono convinti gli investigatori dell'Arma dei carabinieri del Comando provinciale che hanno eseguito tre fermi di indiziato di delitto a carico di altrettante persone accusate di aver organizzato ed eseguito l'agguato che, solo per miracolo, non si concluse tragicamente.

Solo la forza atletica  consenti' alla vittima di trascinarsi per 200 metri fino a una vicina rosticceria, gestita da un familiare dove poi venne soccorso. Cinque furono i colpi di pistola, un revolver Zastava, calibro 357 magnum, esplosi all'indirizzo di Mario Dambrosio, 43 anni, nei pressi della sua abitazione in via San Luca, nel quartiere di via Selva. Uno lo colpi' al polpaccio mentre l'altro si fermo' a soli 4 centimetri dal cuore.

In manette, in esecuzione di un provvedimento emesso dal pm della Direzione distrettuale antimafia, Renato Nitti, sono finiti Pietro Antonio Nuzzi, 32 anni, presunto capo di questa organizzazione criminale emergente e ritenuto mandante dell'agguato, Eduart Mihasi, albanese di 19 anni, che sarebbe l'esecutore materiale, e Francesco Zazzara, 21 anni, che potrebbe essersi occupato di reperire le armi.

Gli investigatori, illustrando i dettagli dell'inchiesta, hanno sottolineato il messaggio simbolico insito in un gesto eclatante, realizzato per affermare il proprio predominio nel traffico di droga e nelle estorsioni e compiuto in pieno giorno davanti a testimoni che pero', come ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Rosario Castello, non hanno fornito alcun contributo alle indagini.

Queste ultime si sono avvalse delle intercettazioni telefoniche (i militari hanno parlato di una sorta di "confessione in diretta"); del ritrovamento dell'arma del delitto, una pistola sequestrata lo scorso 9 gennaio unitamente a un vero e proprio arsenale in un deposito controllato dal fratello di Pietro Nuzzi, Angelantonio, 35enne incensurato, arrestato all'epoca; della perizia che ha comparato il calibro dell'arma e le ogive ritrovate sul luogo dell'agguato; di altre attivita' di indagine e di arresti mirati effettuati nei mesi scorsi.

Il provvedimento di fermo, in attesa di un eventuale ordinanza cautelare del gip, si e' reso necessario in considerazione soprattutto del pericolo di fuga. Gli inquirenti, infatti, hanno riferito che i tre presunti responsabili, consci di avere i carabinieri sulle loro tracce, erano pronti a scappare all'estero, in particolare in Germania, a Wiesbaden, dove Nuzzi e' nato e dove ci sono alcuni parenti e avrebbe goduto di una solida base logistica, e negli Stati Uniti. E' stato accertato anche un primo sopralluogo in Germania e alcuni primi passi organizzativi come l'acquisto di biglietti per il viaggio.

Inoltre il fermo e' stato deciso in considerazione della pericolosita' del clan. Dambrosio, anche lui con diversi precedenti per estorsione, sarebbe stato preso di mira in quanto fratello dello storico boss Bartolo, ucciso a settembre del 2010 in modo spietato mentre faceva jogging sulle strade della Murgia.

Dopo la sua morte gruppi criminali nuovi avrebbero cercato, soprattutto negli ultimi due anni, di prendere il sopravvento, sgomitando, e tra questi il clan che sarebbe capeggiato da Nuzzi he conterebbe su un numero di presunti affiliati non trascurabile. Per il momento a loro carico non ci sono sentenze di condanna. Ad Altamura agirebbero almeno tre organizzazioni.

Al terzetto fermato ieri viene contestato il tentato omicidio con l'aggravante di aver usato metodi e finalita' mafiose e di aver agito per ottenere l'eliminazione fisica di presunti appartenenti a gruppi criminali. Non per niente il pm Nitti nel provvedimento di fermo scrive di "un periodo di fortissima fibrillazione sotto il profilo criminale che si vive ad Altamura". Il presunto esecutore materiale avrebbe agito a volto scoperto.   

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