“Il ministro Scotti davanti ai pubblici ministri ha perduto la linea maestra e la memoria che, pure, è puntuale e preziosa. Non è possibile ricostruire fatti storici solo facendo affidamento alla cattiva memoria. La premessa della trattativa, che non mi riguarda in nessun modo, non c'è”. Lo ha detto l'ex ministro Calogero Mannino rendendo dichiarazioni spontanee davanti al gup del Tribunale di Palermo, Marina Petruzzella, nel processo stralcio per la trattativa tra Stato e mafia. Secondo i magistrati dietro l'avvicendamento del ministro dell'Interno Vincenzo, a fine giugno 1992, con il ministro Nicola Mancino, avrebbe fatto parte della trattativa in corso tra pezzi dello Stato e Cosa nostra. Scoti viene spostato alla Farnesina. Secondo Mannino lo spostamento “avviene per una sua scelta tutta politica, dettata dalla sua corrente, in seno alla Democrazia cristiana. Una vicenda che mi vede completamente estraneo”.
Mannino, parlando ancora davanti al gup, ripercorre la sua storia politica negli anni Novanta. Ha così aggiunto che, in quel periodo, della Democrazia Cristiana, facevano parte personaggi di "assoluto rilievo" e “ancora oggi alcuni di loro ricoprono incarichi e ruoli al massimo livello livello istituzionale, uno per tutti – dice – il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”.