Maxisequestro della Dia a Palermo. Su proposta del Direttore della Dia, Arturo De Felice, il Tribunale di Palermo-Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro di beni riconducibili agli eredi di Vincenzo Rappa, imprenditore palermitano morto nel 2009, che nel tempo ha intrattenuto rapporti con noti esponenti di Cosa Nostra.
Il provvedimento, eseguito dal Centro Operativo Dia di Palermo, ha consentito, in virtù delle recenti disposizioni inserite nel codice antimafia, di sequestrare agli eredi, entro il limite massimo di cinque anni dal decesso, l'importo ingentissimo di oltre 600 milioni di euro, cifra al momento prudenzialmente stimata. L'attività di prevenzione, svolta dall'articolazione Dia, ha consentito di accertare come Rappa, seppur non inserito organicamente nell'ambito dell'associazione mafiosa, abbia fornito alla stessa un concreto e fattivo contributo al suo sviluppo strutturale, ottenendo in cambio considerevoli vantaggi sia nel settore dell'edilizia privata sia in quello degli appalti pubblici.
Tra i beni sequestrati figurano numerosissimi immobili costituiti da appartamenti, ville, negozi, le sedi del Tar a Palermo, del Cnr e della nota emittente televisiva siciliana Trm, nonché della Società Publimed e di una concessionaria di auto di grossa cilindrata con sedi a Palermo, Catania e Siracusa.