Loris D'Ambrosio, l'ex consigliere giuridico di Giorgio Napolitano, nel 2012 era in stato di "ansia" ed era anche "indignato". A ricordarlo è il Presidente della Repubblica nella sua deposizione al processo per la trattativa Stato-mafia dello scorso 28 ottobre. Il pm Teresi chiede: "Lei ha percepito, ha mai avuto sentore, in questo periodo di tempo, di queste inquietudini del Consigliere D'Ambrosio per quelle attività del periodo 89 - 93?", riferendosi alla lettera inviata da D'Ambrosio a Napolitano. E il Capo dello Stato risponde: "No, io ho, come ho detto, constatato de visu il suo profondissimo stato di ansietà e anche di indignazione, perché un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita al servizio dello Stato, che si era con grande entusiasmo dedicato alla funzione di scriba per... Era un uomo di straordinario riserbo, ma lui aveva ricevuto, anzi la sua famiglia aveva ricevuto, minacce circostanziate di morte per una sua bambina. E questo fatto determinò, ma non voglio andare oltre, diciamo per esigenze che comprenderete, di rispetto delle persone, aveva determinato effetti traumatici all'interno della sua famiglia che duravano ancora quando era con me".