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Mafia: Scotti, nel '92 da Cosa nostra campagna destabilizzazione istituzioni

29 maggio 2014 | 12.20
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"Dalla fine del '91 agli inizi del '92 c'è stata un'intensificazione della reazione della mafia ai provvedimenti che venivano adottati dal Governo". Così l'ex ministro dell'Interno Vincenzo Scotti deponendo al processo per la trattativa tra Stato e mafia, in corso all'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo.

"Anche il capo della Polizia di allora - dice ancora Scotti - il 20 maggio del '92 consegnò al Parlamento una documentazione ampia. Io, sulla base di questi fatti, da ministro dell'Interno riunii il Comitato per l'ordine e la Sicurezza e registrai in quell'occasione le preoccupazioni. Non si trattava di prendere singolarmente i fatti, ma di metterli insieme dei fatti concreti, delle informazioni provenienti dalle forze di polizie e dai servizi segreti e, attraverso un lavoro di intelligence, indicare un significato in una direzione".

"Eravamo passati da una quantità di 'picconate' del Capo dello Stato di allora a un impeachment del Capo dello stato - prosegue ancora Scotti nella sua deposizione, rispondendo alle domande del pm Nino Di Matteo - Due giorni dopo il Corriere pubblico' la notizia, e i presidenti di Camera e Senato mi chiamarono per sapere cosa era successo, cosi' dovevamo decidere cosa dire in Parlamento". (segue)

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