Si apre questa mattina all'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo l'udienza preliminare del processo nato dalle tre diverse operazioni antimafia denominate Nuovo Mandamento, condotte dallArma dei Carabinieri di Monreale e dalla DDA di Palermo. Le complesse e articolate attività di indagine hanno riguardato sessantuno persone, oggi imputati, e diverse famiglie mafiose tra le quali quelle di Monreale, Borgetto, Giardinello, Altofonte, Camporeale, San Giuseppe Jato e Partinico. In particolare, gli inquirenti hanno accertato come la pratica mafiosa del pizzo in danno a tante realtà economiche e produttive "continua ad essere strumento di imposizione per il controllo criminale sul territorio oltre che uno dei principali mezzi di sostentamento degli affiliati detenuti appartenenti cosa nostra". Tuttavia, alcuni imprenditori, persone offese in questo procedimento penale, supportati ed accompagnati da Addiopizzo, hanno trovato il coraggio di ribellarsi alle logiche del potere mafioso e collaborare pienamente con gli organi inquirenti.
Ed è per questo motivo che oggi "coerentemente al percorso seguito finora, lAssociazione Addiopizzo e questi coraggiosi operatori economici, vittime di pesanti richieste estorsive, siederanno dalla stessa parte e chiederanno di costituirsi parte civile", fa sapere Addiopizzo. "Questi importanti risultati conseguiti dalle forze dellordine e dai magistrati e le significative collaborazioni di alcuni imprenditori, dimostrano come anche su queste aree difficili, si siano oramai create le condizioni per resistere al fenomeno dellestorsioni con limitati rischi e senza essere lasciati soli", dicono. Addiopizzo rilancerà la sua attività per far crescere il numero di imprenditori e commercianti che vorranno collaborare con lo stato per liberarsi dal fenomeno estorsivo, estendendo con ancora più incisività la campagna di consumo critico Pago chi non paga tra quanti vogliano operare in condizioni di legalità.
I giovani di Addiopizzo lanciano quindi un appello agli imprenditori "a denunciare a tutti gli imprenditori e gli esercenti che vivono ancora adesso stretti dalle maglie del racket. Si è oramai creata una rete di soggetti istituzionali e sociali in grado di offrire competenze, tutele e schermo necessari affinché un operatore economico possa denunciare in sicurezza". #