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Google 'cuce' in digitale 3.000 anni di moda e lancia We wear culture

08 giugno 2017 | 15.48
LETTURA: 4 minuti

Gli stilletto rossi di Maryln Monroe by Salvatore Ferragamo (Museo Ferragamo - Foto ufficio stampa Google)
Gli stilletto rossi di Maryln Monroe by Salvatore Ferragamo (Museo Ferragamo - Foto ufficio stampa Google)

Google 'cuce' in digitale l'haute couture e porta on line 3000 anni di storia della moda e del costume. Il gigante del web ha lanciato oggi il suo nuovo maxi progetto 'We wear culture' che parte sulla piattaforma Google Arts&Culture. Frutto di una collaborazione con oltre 180 istituzioni di fama mondiale di 42 diversi paesi, il progetto di Google conta anche su partner italiani, tra i quali il Museo Salvatore Ferragamo, la Fondazione Micol Fontana o ancora Palazzo Fortuny, Palazzo Mocenigo, Palazzo Madama, il Museo MAXXI, la Fondazione Gianfranco Ferrè.

Con 'We wear culture' si possono vivere esperienze di realtà virtuale relative ai pezzi iconici del mondo del fashion, come in Italia gli stilletto di Marylin by Salvatore Ferragamo, i tacchi a spillo rossi scarlatto diventati espressione di legittimazione, successo e sensualità per le donne. Sulla 'passerella' digitale si possono ammirare oltre 700 immagini in altissima risoluzione in formato "gigapixel", oltre 40 sedi museali che offrono accesso al dietro le quinte attraverso Google Street View.

"Tutti questi capi di abbigliamento hanno una cosa in comune: raccontano una storia che talvolta attraversa centinaia di anni" scandisce Kate Lauterbach, Program Manager di Google Arts&Culture, in un blogpost. Questo nuovo progetto di Google, aggiunge Kate, vi porterà a scoprire le storie dei vestiti che indossate", dai jeans alle cravatte a fiori agli abiti neri alle scarpe con la zeppa anni '90.

Oltre "180 istituzioni culturali e della moda, scuole, archivi e altre organizzazioni provenienti da ogni parte del mondo, da New York a Londra, da Parigi a Tokyo, da San Paolo a Firenze e altre città, si sono riuniti per rendere tre millenni di moda a portata di mano e su Google Arts&Culture da oggi -continua Kate Lauterbach- è possibile navigare tra 30.000 oggetti e capi d’abbigliamento, passare in rassegna i cappelli per colore o le scarpe in base al periodo storico".

Ci si potrà immergere "tra le 450 mostre digitali disponibili, dall’antica Via della Seta allo stile feroce del movimento punk britannico", si potrà seguire "l'evoluzione del denim dagli indumenti dei minatori fino all'high street e all’alta moda" o scoprire come "la diva brasiliana Carmen Miranda ha creato le famose scarpe con la zeppa negli anni '30" e come sono nate "le cravatte floreali in un negozio di Londra al 5 di Carnaby Street".

Ma non solo. Con 'We wear culture' ci si potrà incontrare con "icone e trendsetter fra cui Coco Chanel, Cristóbal Balenciaga, Yves Saint Laurent o Vivienne Westwood", imparare le storie di "quattro capi iconici che hanno cambiato la storia della moda" e che "tornano in vita attraverso video in realtà virtuale disponibili su YouTube" o accessibili con l'apposito visore. E ancora. Il progetto, grazie alle foto scattate da Google Art Camera, ci porta dritti anche nell'arte degli artigiani della moda: produttori di bigiotteria, calzolai, produttori di uniformi e di manichini, camiciai, gioiellieri, tintori, ricamatori di pizzo o produttori di borse.

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