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Moda: essere se stesse grazie allo stiletto, quando l'autostima cammina sui tacchi

19 maggio 2015 | 10.30
LETTURA: 6 minuti

Cinque anni fa, dopo una diagnosi di tumore al collo dell'utero, un blog e un divorzio inaspettato, Veronica Benini ha deciso di riprendere in mano la propria vita, creando la 'Stiletto Academy'. E, tra un incontro di autostima e uno di portamento, gira l'Italia con un obiettivo: "Dire alle donne di non temere chi dice 'se metti il rossetto non sei seria'". E per il giorno delle nozze il consiglio è: "Portatevi due paia di scarpe"

(Dalla pagina Facebook di 'Stiletto Academy')
(Dalla pagina Facebook di 'Stiletto Academy')

"Non è il tacco che fa fare carriera ma l'essere coerenti con se stesse". Parola di Veronica Benini, che dello stiletto ha fatto la sua professione. O meglio, che ha 'usato' il tacco 12 come strumento per parlare di autostima, condividere la propria esperienza e dire a tutte 'le ragazze della scrivania accanto', come le chiama lei, "potete farcela". In che modo? Credendo in se stesse, con un pizzico di follia visionaria.

Il suo primo passo è stato "lasciare una carriera pazzesca, facevo l'architetta in uno studio a Parigi, per una professione che non ha bisogno di laurea", racconta all'Adnkronos. Prima che architetto-designer e guru dello stiletto, Veronica, 38 anni, è una donna coraggiosa che ha deciso di prendere il volo proprio quando la vita ha provato a lasciarla a terra.

Era il 2010 e dopo una diagnosi di tumore al collo dell'utero, un blog, una serie di interventi, la sterilità e un divorzio inaspettato, ha creato fa la 'Stiletto Academy' , associazione 'fatta da donne per le donne' che si occupa di organizzare workshop di portamento e autostima. Obiettivo? "Fare uscire da dentro chi siamo - dice - tacco 12, rossetto, borse sono simboli con cui aiutare ogni donna a trovare la donna che vorrebbe essere e a farlo senza sentirsi in colpa".

Quando una donna indossa un tacco 12, cosa succede? "Bacino e glutei si spostano all'indietro, portando indietro anche l'organo genitale femminile di circa 4 cm e facendolo aprire leggermente. Questo - racconta - permette di avere un rapporto con la propria sessualità" e "attiva una sensazione istintiva che ci fa sentire diverse". Una postura, afferma Benini, che "collega il proprio corpo con il proprio agire".

Perché, aggiunge, "una donna che si veste in modo diverso agisce in modo diverso". Riuscendo a scoprire la sicurezza delle proprie capacità. "Un po' come se abito e scarpe svelassero l'essere", aggiunge. Una sorta di 'un tacco rivela chi sei', molto diverso dal vecchio adagio 'l'abito fa il monaco'. "Attraverso la 'Stiletto Academy' - racconta Benini - vorrei che una donna potesse affermare senza vergogna ogni scelta individuale".

Affermarla liberamente, senza farsi condizionare dal ruolo che il mondo (professionale, culturale, sentimentale) vorrebbe assegnarle. "La donna che si autocensura fa fatica perché sente che deve indossare una maschera - prosegue - non voglio dire che dobbiamo mostrare tutta la nostra sensibilità, ma con il controllo necessario non dobbiamo rinunciare alla nostra coerenza". E non si tratta di femminismo, dice, ma della capacità e della voglia di essere se stesse.

Negli ultimi 40-50 anni, aggiunge, "le donne sono sbarcate in massa nel mondo del lavoro, arrivando in ambienti in cui tutte le dinamiche erano forgiate dagli uomini. La donna ha così finito per confondere dinamiche lavorative e dinamiche maschili e ha iniziato ad autocensurarsi, comportandosi come un uomo, vestendosi da uomo".

In un ambiente lavorativo "molte donne indossano tailleur e pantalone, un look tipicamente maschile - dice - 'uniforme' che limita la femminilità nell'aspetto e nel comportamento. Uomini e donne sono biologicamente diversi e queste diversità sono da coltivare, non da annullare".

Usando un look maschile, sottolinea Bernini, "le donne vengono viste male, gli uomini le vedono come dei 'vorrei ma non posso', come se volessero scimmiottarli. Mentre se ogni donna rimanesse se stessa, coerente, potrebbe smettere di temere chi sostiene che 'se metti il rossetto non sei seria'".

"La società - prosegue - collega ancora molto la virilità al potere, c'è uno stretto rapporto tra sesso e potere, tra dinamiche lavorative e dinamiche sessuali". E in questo schema si inserisce la 'Stiletto Academy' con l'obiettivo di romperlo, lo schema. Perché ogni donna possa dire: "Femminilità è essere chi sei senza sentirti in colpa. Organizziamo incontri dedicati alla sicurezza in se stesse e all'autostima. La femminilità è un corollario".

Gli incontri dell'accademia si stanno svolgendo in tutta Italia, da Nord a Sud, e un workshop è previsto anche a Roma domenica 31 maggio. Grazie agli sponsor, la partecipazione è gratuita. Per l'appuntamento nella capitale, oltre a portamento, stiletto e sicurezza in se stesse, ci saranno alcune testimonianze: "Due donne racconteranno come hanno cambiato vita, diventando estetista e pilota Alitalia. Un racconto che possa essere di ispirazione per tutte le partecipanti".

"Storie di sopravvivenza, in cui ogni donna possa riconoscersi - dice Benini - ma anche storie di buonumore iniziate in un periodo di crisi. Emotiva, professionale, sentimentale. Perché tutte possiamo cambiare vita. Io sono una di loro, un simbolo per far dire a ognuna 'se ce l'ha fatta lei, posso farlo anch'io'".

Poi aggiunge: "Le donne forti sono anche molto fragili". Fa una breve pausa, un piccolo silenzio dall'altra parte della cornetta nel suo entusiasmo di parole lasciate uscire durante l'intervista. "Come quei materiali capaci di tornare in forma quando un trauma li deforma".

E' la resilienza, dice. Termine mutuato dall'ingegneria nei suoi anni a Parigi. Risorsa che anche le persone hanno. Che molte donne già fanno. Ma che forse in poche sanno. E per chi vuole scoprirlo, c'è Veronica Benini e la sua accademia. Per imparare a essere se stesse, tra un tocco di rossetto e un tacco 12 a stiletto.

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