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Idb, Colonna: "In Borsa tra 5-7 anni". Nel 2016 una nuova acquisizione/Fotogallery

16 luglio 2015 | 09.00
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CATALOGO 2012 GRAY SWEET
CATALOGO 2012 GRAY SWEET

di Maria Elena Molteni - Dare vita a un polo industriale del mobile di design italiano, a partire da alcune eccellenze della produzione made in Italy, che abbiano caratteristiche tali da dare vita a importanti sinergie. Una holding, dove ogni azienda mantiene la propria indipendenza gestionale, eppure partecipa delle scelte strategiche e che, nell'arco di 5-7 anni, approderà in Borsa.

Così nasce Italian Design Brands (Fotogallery), che come primo passo ha rilevato il 100% di Gervasoni (acquisita lo scorso maggio) e che ha già lanciato un'offerta sulla seconda azienda ma che contemporaneamente si sta guardando intorno e verificando altre opportunità di chiudere nuovi deal, spiega Paolo Colonna, investitore di Idb, già fondatore e ceo di Permira. Italian Design Brands nasce dalla "volontà di alcuni investitori, coordinati da Fabio Sattin (che con Giovanni Campolo ha fondato Private Equity Partners) e da me (insieme ai fratelli Giovanni e Michele Gervasoni e altri investitori privati) di dare vita a un polo del design italiano nel settore dei mobili e dell’arredamento di alta qualità".

Colonna, che proviene dal private equity e ha 30 anni di esperienza, ricorda di avere "realizzato 14 poli industriali in settori totalmente diversi tra loro e questi sono i deal in cui ho avuto più fortuna e maggiore successo. Forti di questa esperienza e consapevoli del fatto che nel design dei mobili l’Italia è sicuramente il Paese numero uno e che, contrariamente alle necessità, le società sono tutte molto piccole, ecco che si crea l'opportunità: si selezionano alcune aziende, si mettono insieme per creare una società che abbia una dimensione logica in un mondo globale, per cui, se ad esempio deve aprire uno showroom in Cina o comperare un'azienda negli Stati uniti, ha le spalle larghe. Idb avrà tutte le caratteristiche per approdare in Borsa e avere successo".

Insomma, l'idea è semplice, "abbiamo creato 14 poli e sappiamo come si costruiscono: si mettono insieme le sinergie, lasciando però molto indipendenti le aziende con il loro dna, la loro anima e il brand". Un settore quello del design che per natura è assai diverso da quello del fashion: "nella moda – evidenzia Colonna che con Permira ha rilevato tra gli altri Valentino e Hugo Boss - le sinergie sono davvero limitate per non dire inesistenti e gli italiani hanno dimostrato di avere poca dimestichezza. Qualche gruppo estero ci riesce, ma più per potenza finanziaria che per altre ragioni. Nel mobile ci sono molte più sinergie e dunque sarà meno complesso creare valore con i gruppi industriali".

Insomma, "un gruppo industriale italiano ha molto senso. Nel mobile le sinergie ci sono. Non tante, ma ci sono. Chiaramente occorre identificarle in modo strategico e le strategie dipenderanno dalle aziende che faranno parte di questo gruppo: occorre verificare il livello qualitativo percepito dal mercato e la complementarietà dei prodotti. Bisogna quindi identificarle in modo strategico. Storicamente la principale sinergia è riuscire a creare collaborazione tra imprenditori di successo che hanno raggiunto l’eccellenza nel mondo".

"L'Italia è un Paese leader che esprime delle eccellenze in questo settore e di cui si sente la massima necessità". Dunque sussistono le due precondizioni: "opportunità e necessità". Ecco che allora, "per chi sa fare i poli industriali, tutto ciò dovrebbe avere una logica. Quando si parla di design è molto più facile andare all'estero e quotarsi in borsa, dove, se sei italiano si tolgono il cappello, piuttosto che investire in altri settori dove, se sei italiano, cominciano a dubitare se sei il cliente o il fornitore giusto". E Italian Design Brands è partita da Gervasoni: "un'azienda che va bene, è solida, ed è tra le prime in Italia in termini di redditività. Sta crescendo da sola. Ha nel management due esponenti della famiglia che sono molto forti e soci nella holding. Non devono cambiare niente: che continuino a fare quello che stanno facendo. Non rompiamo il giocattolo. Lasciamoli lavorare".

Gervasoni, di Pavia di Udine, è stata fondata nel 1882 e attualmente è gestita dalla terza generazione della famiglia. Progetta, produce e commercializza soluzioni di arredo per la casa (sia indoor sia outdoor) e per il settore contract. Tre i brand: Gervasoni: sedute, poltrone, divani, tavoli, letti, contenitori e complementi d’arredo; Very Wood: sedie, sgabelli, poltrone, divani, tavoli e tavolini; Letti&Co.: letti, complementi d’arredo per la camera da letto, reti, materassi.

E mentre si va delineando la via versa la creazione del nuovo polo, Colonna confessa che il più bel successo della sua carriera, ad oggi, è stato "nella nautica con il gruppo Ferretti. E' stato un po' il mio fiore all'occhiello, un polo di grande successo dal 98 al 2006. Poi il mercato è entrato in crisi e questo indipendentemente dalla Ferretti. Sono state 14 acquisizioni, una quotazione in Borsa e un grande risultato di creazione del più grande polo mondiale della nautica, che è passato da 45 a 950 milioni di fatturato. Vorrei poter replicare quello che si è fatto con Ferretti nella nautica nel mondo del Mobile".

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