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Moda: tessile italiano sempre più internazionale, al via Milano Unica

08 settembre 2015 | 18.40
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Silvio Albini, presidente uscente Milano Unica
Silvio Albini, presidente uscente Milano Unica

Il tessile italiano sempre più poliglotta e aperto alla internazionalizzazione. Sotto questi auspici si è aperta oggi la XXI edizione di Milano Unica, il Salone Italiano del Tessile, con l'intervento del presidente uscente Silvio Albini, che ha ceduto, dopo quattro anni di presidenza, il testimone a Ercole Botto Poala, ad di Reda e vicepresidente di Ideabiella, che entrerà in ruolo a partire dall’organizzazione dell’edizione di febbraio 2016

Gli espositori dell’edizione di settembre 2015 sono 404, di cui 333 italiani e 71 esteri, sostanzialmente in linea con i partecipanti all’edizione del settembre 2014, a cui si affiancano le 47 aziende che partecipano all’Osservatorio Giappone, cresciute del 62% rispetto alla prima edizione e le 10 aziende che partecipano al debutto dell’Osservatorio Corea. Sommando gli espositori della XXI Milano Unica, la presenza di aziende estere sale a 128 (+77,7%).

"Internazionalizzazione dell’appuntamento milanese, una forte e qualificata presenza sui mercati per noi strategici come Cina e Usa e ricerca delle sinergie con gli altri settori protagonisti della narrazione del made in Italy nel mondo - ha sostenuto Albini - rappresentano i temi con cui ho inteso caratterizzare la mia presidenza. Un percorso che può e deve essere ulteriormente esplorato e migliorato, ma che non ha alternative a fronte dell'evolversi dei cambiamenti e dei sommovimenti economici, culturali e sociali che interessano l'intero pianeta".

"Dobbiamo avere - ha aggiunto in un passaggio del suo discorso - una visione assolutamente globale: i nostri prodotti possono fare la differenza e di questo noi dobbiamo essere fortemente consapevoli; dobbiamo bilanciare il più possibile i rischi: dal punto di vista geografico, ma non solo. Le nostre aziende devono essere presenti e forti su tutti i mercati significativi, e nelle diverse aree valutarie; dobbiamo segmentare bene i nostri prodotti rispetto alle varie occasioni d’uso e alle esigenze dei diversi mercati; dal lato della domanda dobbiamo studiare i mercati in maniera strutturata per poi avere una penetrazione duratura.

"La nostra esperienza in Cina e negli Stati Uniti ce lo ha insegnato. Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che nel mondo della moda e del lusso si stanno affermando modelli di business diversi, i grandi gruppi del lusso, i marchi designer, i retailer evoluti, che oggi competono sempre più in una fascia premium e che usano i nostri tessuti per qualificarsi, offrendo una 'affordable elegance'".

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