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Mezza calzetta a chi? Gli stilisti rispolverano il gambaletto

12 aprile 2016 | 12.50
LETTURA: 3 minuti

Il gambaletto rivisitato sulle passerelle della spring-summer 2016. Da sinistra Dolce&Gabbana (Fotogramma), Versace e Missoni
Il gambaletto rivisitato sulle passerelle della spring-summer 2016. Da sinistra Dolce&Gabbana (Fotogramma), Versace e Missoni

Pratico, ma vergognoso. Privo di buon gusto ma irrinunciabile. Per anni è stato nascosto con minuzia certosina. Sotto il pantalone skinny si portava senza cuciture, per non (s)velare forme ineleganti e bordi galeotti. Oggi però il gambaletto non teme vergogna. Al contrario, rispolverato da stilisti e celebrities si ripropone come audace tendenza della primavera estate. E pazienza se c'è già chi storce il naso, perché dopo essere stato sdoganato in passerella il trend è pronto a esplodere anche nelle strade.

Nella versione 2.0 il gambaletto velato, temutissimo dagli uomini e venerato in gran segreto da schiere di donne, si trasforma in comoda calzetta da portare alla caviglia. Arrotolato, per scongiurare l'effetto 'strizzato', diventa irrinunciabile accessorio di stagione. E se il giovane designer Arthur Arbesser ha preferito ridare smalto alla classica versione color carne, Dolce&Gabbana lo ha reinterpretato in chiave ladylike: nero e velato, rigorosamente calato alla caviglia, si nasconde sotto il sandalo a listini e non teme scivoloni di stile.

Di tutt'altro avviso Chanel e Missoni che cedono alle lusinghe delle mezze calzette nascondendole timidamente sotto sneakers e sandali francescani. Un passo falso? Macché, il nuovo gambaletto è tutt'altro che morto, almeno a giudicare dalle ultime passerelle, dove Gucci ha voluto dare un twist alla sua collezione 'rizomatica' mettendo ai piedi delle modelle coloratissime calzette con l'iconico nastro verde-rosso-verde. Indossare quello giusto però, non è cosa semplice, soprattutto se non si hanno le gambe di Gisele Bunchen o la sfrontatezza di Kim Kardashian. Per tutte le altre vale il consiglio di Karl Klaus: "Piuttosto perdonare un brutto piede che delle brutte calze".

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