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Moda: Mario Dice, la mia sfida? Portare Capucci nel prêt-à-porter

21 settembre 2016 | 11.25
LETTURA: 6 minuti

Il direttore creativo di Capucci, Mario Dice
Il direttore creativo di Capucci, Mario Dice

Placido eppure razionale, deciso ma impaziente di far rivivere lo spirito di una delle maison che hanno fatto la storia della moda italiana e per la quale si accinge a scrivere un nuovo capitolo. Non sembra fermarsi un attimo, Mario Dice, stilista 38enne chiamato a prendere le redini creative della maison Capucci, per la quale sabato presenterà il primo show ready to wear. Una "prêt-à-couture", che inaugurerà la nuova era Capucci. A Dice è affidato il rilancio del brand, pensato dall'imprenditrice romana Paola Santarelli, azionista di maggioranza della griffe fondata negli anni Cinquanta da Roberto Capucci.

Il debutto del creativo sarà suggellato da un minishow presentato fuori calendario durante la fashion week meneghina nella cornice di Palazzo Isimbardi, a Milano, nel quale la modernità si alternerà alla tradizione sartoriale della maison, come racconta lo stilista all'Adnkronos. "Sono super onorato - spiega - sia perché Capucci ha fatto la storia della moda italiana, sia perché si tratta di un brand italiano. La soddisfazione è doppia. Sono orgoglioso che l'azienda abbia scelto me per portare avanti questa maison".

"Ho cercato di prendere quello che era il ricordo dei volumi e delle architetture del maestro - racconta Dice - l'effetto 3D e gli origami, e trasformarli qualcosa di etereo, mantenendo come fil rouge la leggerezza. In questa collezione ho fatto lo stesso lavoro di Capucci riadattandolo però 20 anni dopo". Dai primi passi mossi nelle fila di Calvin Klein, al fianco di Kevin Carrigan quando aveva solo 14 anni, passando per gli atelier delle Sorelle Fontana e Gattinoni fino a Trussardi e Zuhair Murad, Dice è senza dubbio tra gli hot ticket di stagione.

160 i capi, dal pantalone palazzo all'abito con 12 metri di plissé ispirato al modello 'Farfalla'

E mentre sulla piazza meneghina presenterà venerdì l'etichetta che porta il suo nome, nella collezione pensata per Capucci traspare tutto l'heritage artigianale della griffe, che vive negli origami anemone e nelle plissettature couture, o ancora negli inserti ricamo e nell'abito sacchetto rivisitati. Un guardaroba fresco e contemporaneo, romantico e seducente, girly eppure raffinato. Tante sfaccettature quante sono le anime della nuova donna Capucci. "La donna che veste Capucci va dai 20 ai 60 anni - dice lo stilista - Ho cercato di far sì che chi nota per la prima volta la collezione veda Capucci, indipendentemente dal mio lavoro".

160 capi che vanno dal pantalone palazzo al suit in rafia, dall'abito bustier realizzato con 90 foglie di organza tagliate a mano, alle jumpsuit che riprendono il little black dress, o ancora lo chemisier ispirato a un modello degli anni '70 indossato da Pat Cleveland, "una cosa che mancava da tanto nel guardaroba Capucci - chiosa Dice - Molti lo ricordano per gli abiti strutturati di couture ma il maestro faceva anche capi di pret-à-porter". A rinsaldare il legame dello stilista con la maison spicca l'abito ispirato al celebre modello 'Farfalla' con 12 metri di plissé.

Tutti i capi che Dice lancerà sul palcoscenico meneghino sono stati realizzati assieme al suo team, con il quale lavora a stretto contatto. Una decina di persone che considera la sua "famiglia". "L'obiettivo è portare avanti il lavoro del maestro - sottolinea il creativo, che ha volutamente rispettato il dna della griffe - Per me era importante che ci fosse Capucci e non Mario Dice. Non devo stravolgerne la storicità, altrimenti continuerei a fare la mia linea e basta".

Il creativo, da febbraio andremo a Parigi, la Camera della Moda non vuole che sfili a Milano

La sua sfida, ammette, è trainare il brand nel prêt-à-porter. "Non vorrei che fosse un prodotto di nicchia ma che sia accessibile a tutti - racconta lo stilista - Partiamo da una base wholesale che va dai 220 euro per la t-shirt agli 890 per l'abito da sera. Il retail non supera i 2.100 euro". Trasformare un prodotto couture in ready to wear non è facile, "ma se sai quello che fai e ci credi - spiega Dice - alla fine è questo ciò che conta. Sicuramente non piacerà a tutti, ma non si può dire che non sia Capucci o che sia stato stravolto il brand".

L'idea di Dice, che racconta di essere stato chiamato da poco alla guida di un brand che sfila a Parigi (il cui nome però è ancora top secret) è portare Capucci in passerella regolarmente. Ma non sulle pedane milanesi: "Probabilmente sfileremo nella capitale francese - afferma il designer - la Camera della Moda italiana non vuole che sfili a Milano. Mi è stato detto che il mio brand non è in linea con gli altri".

"Ormai sono alla mia quarta sfilata con la linea Mario Dice, e Parigi è la seconda volta che mi invita - racconta - Abbiamo deciso che a febbraio forse ci sposteremo con entrambi i brand. L'anno prossimo sono 25 anni che faccio questo lavoro ed è anche una soddisfazione personale". Capucci vanta oggi una distribuzione in tutto il mondo, dagli Usa all'Europa e si prepara a debuttare anche con la linea di alta moda "Con questa collezione sono arrivati i primi clienti dal Medioriente - conclude - mentre tra i progetti futuri c'è quello di una collezione couture, e l'apertura di un flagship".

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