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Il favoloso circo di Dior

22 gennaio 2019 | 09.07
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Prendete la magia del circo. Ma dimenticate, per una volta, contorsionisti, domatori di leoni, donne barbute e freak. Benvenuti al Dior Circus, il luogo della fantasmagoria targata Maria Grazia Chiuri, che ieri, nella cornice del Musée Rodin di Parigi ha mandato in scena la sua haute couture primavera-estate 2019. Uno show performance con acrobate e modelle che convivono e dialogano in un universo onirico e immaginifico. "Quel clown è un uomo o una donna? Né l’uno, né l’altra. È un clown" è il pensiero - della costumista Gérard Vicaire - che risuona nell'aria.

Sotto il tendone va in scena il Cirque d'Hiver tanto amato da Monsieur Dior, che rievoca la celebre foto 'Dovima tra gli elefanti' scattata da Richard Avedon, immagine ancora insuperata nel rendere la magia e la grandiosità della couture. E non mancano richiami alla Parade che i grandi artisti del Novecento come Pablo Picasso, Erik Satie, Serge de Diaghilev, Léonide Massine - riuniti attorno alla figura di Jean Cocteau - progettarono in Italia tra Roma e Napoli, per approdare sulle scene a Parigi nel 1917.

C'è Fellini, ovviamente, e un richiamo ai lavori sui clown dell'eclettica Cindy Scherman. "Penso che alla gente devi dare un sogno, un'emozione. Provo un'emozione nel lavorare con altri team, con artisti che fanno altre cose", ha detto la stilista a Wwd. Nell'universo Dior deflagrano la memoria e l'immaginazione che abitano il circo e le loro diverse correlazioni con il costume, la moda e l'arte. Tutto si traduce nei pagliaccetti brillanti, nella tutina tattoo color carne ricoperta da disegni, nelle gonne ricamate o incrostate di paillettes opache che si accorciano fino a diventare tutù che alludono ai codici del circo, abitato da acrobate, domatori e cavallerizze.

Una varietà di suggestioni con le quali Chiuri compone e scompone la sua personalissima parade, fatta di pantaloni ampi, leggerissimi, stretti alla caviglia, capaci di trasformarsi in favolose tute. E ancora shorts neri su camicie bianche trasparenti, completate da gorgiere o da nastri che sembrano sfilacciati dal tempo. Riecco i bustier in pelle, la marinière, e le giacche da domatore. Non manca l'abito geometrico del clown - figura androgina, asessuata - tinto di bianco, sobrio o sfarzoso e reinterpretato nei materiali, nei ricami e nelle proporzioni. Ai piedi scarpe baby e stivaletti scintillanti, in testa splendide cuffiette ricamate da Stephen Jones.

Ovunque si respira femminilità, ovunque si respira lo spirito di Monsieur Dior. Anche e soprattutto quando al ritmo della performance della compagnia circense femminile Mimbre, i corpi delle acrobate, tutte donne, lasciano la scena alle silhouette fluttuanti ed eteree delle modelle.

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