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Dior, sfila la sorellanza

27 febbraio 2019 | 08.49
LETTURA: 2 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

'Sisterhood is global', 'sistehood is powerful'. Che tradotto significa la sorellanza è globale, la sorellanza è potente. L'inno intonato da Dior suona chiaro e forte e dalle t-shirt serigrafate per la prossima fall-winter, riecheggia fino in passerella. Un omaggio alle opere di Robin Morgan, poetessa femminista americana, che celebra il valore della sorellanza. Eccole le nuove 'Teddy Girl' by Maria Grazia Chiuri, cloche calata sul viso e indosso gonne ampie, giacche edoardiane, jeans, blouson in pelle nera e sottane.

I riferimenti non mancano: ci sono le sottoculture inglesi degli anni '50 e la figura della principessa Margaret, che nel 1951 veste Dior per il ritratto firmato da Cecil Beaton. E ancora, la mostra Christian Dior: Designer of Dreams, allestita al Victoria & Albert Museum di Londra fa da trait d'union fra il tailleur Bar e le gonne arricciate, senza pertanto togliere spazio allo sportswear che convive e dialoga con lo stile e l'eleganza emblematica di Monsieur Dior.

C'è il blouson in pelle nera di quel geniaccio di Yves Saint Laurent, omaggio alle culture underground degli anni Cinquanta e Sessanta e ai 'giubbotti neri' francesi. E l'iconica silhouette del vestito Miss Dior creata da Monsieur per la haute couture primavera-estate del '49.

Ampio spazio poi agli abiti da sera: body su ampia gonna ricamata con paillettes trasparenti, oppure ricamata con fiori 3D. Niente rocamboleschi tacchi a spillo, per le Teddy Girl che preferiscono décolleté affusolate con tacco mini. Chiuri reinterpreta anche le palme della Toile de Jouy che rimandano alle creazioni di Mario Schifano. E ancora i tessuti Vichy e i taffetas e i quadroni very British.

Un lavoro esaltato dalla scenografia della sfilata con l'alfabeto a fare da sfondo, nel quale ogni lettera è rappresentata da un corpo femminile. Un'idea sfornata da Tomaso Binga, artista italiana che ha scelto uno pseudonimo maschile per ridicolizzare i privilegi riservati gli uomini. Chapeau.

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